Cerca e trova immobili

CANTONEStudi sulla Fashion Valley: «Evitiamo un altro flop»

21.05.19 - 09:33
Una mozione del gruppo MPS chiede per il futuro maggiore accessibilità e completezza nelle ricerche commissionate dall'amministrazione cantonale
Tipress (archivio)
L'esterno dello stabile LGI del Gruppo Kering, sotto i riflettori negli ultimi mesi per il suo contenzioso con l'Agenzia delle Entrate in Italia.
L'esterno dello stabile LGI del Gruppo Kering, sotto i riflettori negli ultimi mesi per il suo contenzioso con l'Agenzia delle Entrate in Italia.
Studi sulla Fashion Valley: «Evitiamo un altro flop»
Una mozione del gruppo MPS chiede per il futuro maggiore accessibilità e completezza nelle ricerche commissionate dall'amministrazione cantonale

BELLINZONA - Il Movimento per il socialismo torna a puntare i riflettori sulla “Fashion Valley” ticinese e in particolare sugli «studi e le cifre» divulgati dalle autorità e dall’amministrazione cantonale, che dovrebbero essere «affidabili» e «trasparenti» al fine di «evitare un nuovo flop».

 «Per anni si sono tessute le lodi dei grandi gruppi di moda italiani che si sono insediati in Ticino, ma in realtà solo le attività di logistica e fatturazione sono state trasferite nel nostro cantone, e per mere questioni di ottimizzazione fiscale» si legge in una mozione presentata da Simona Arigoni, Angelica Lepori e Matteo Pronzini, che sottolineano come non sia «possibile ipotecare il futuro di un intero cantone basandosi su studi limitati e incompleti», che non tengono adeguatamente in considerazione né le «ricadute fiscali dell’insediamento delle aziende logistiche» né le condizioni di lavoro del settore.

 «Ci si chiede quali siano i reali sbocchi professionali nel settore moda dove vigono salari minimi da 14,90 franchi all’ora nella produzione e di 17 franchi nella logistica», incalzano i deputati MPS chiedendo per il futuro maggiori trasparenza e accessibilità a cifre e studi commissionati dall’amministrazione cantonale, che dovranno inoltre tenere conto «degli aspetti sociali e ambientali e dell’evoluzione delle normative internazionali» ed essere sottoposti a revisione paritaria.

Le richieste della mozione

    1. Gli studi commissionati dal cantone vengano sottoposti a revisione paritaria (peer review).
    2. Gli studi economici tengano conto anche degli aspetti sociali e ambientali e dell’evoluzione delle normative internazionali. Per questo è necessario che allo studio collaborino esperti di discipline diverse.
    3. Le cifre citate dalle autorità e dall’amministrazione cantonale siano accessibili a tutti e che la metodologia sia chiaramente consultabile.
    4. Il Consiglio di Stato e l’amministrazione cantonale siano in grado di rispondere in modo trasparente alle domande relative a studi commissionati dal cantone o ad affermazioni fatte da funzionari cantonali e dai consiglieri di Stato.
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE