
BELLINZONA - Aveva pubblicato sul proprio profilo Facebook alcuni post celebranti il nazismo e il fascismo e per questo era stato condannato. Ma il 1. agosto per l’agente di polizia ticinese è scattata la promozione al grado di sergente maggiore. Una promozione che aveva generato la reazione di molti - della sinistra e della comunità ebraica in primis - e che ha ora attirato l’attenzione anche della Commissione federale contro il razzismo.
La presidente Martine Brunschwig-Graf ha definito ieri ai microfoni della Rsi «un cattivo messaggio» l'avanzamento di ruolo dell’agente, che «rivela anche come le autorità valutano la gravità delle sue esternazioni».
Il poliziotto, nel 2016, aveva pubblicato su Facebook una serie di post inneggianti al nazismo e al fascismo corredati da immagini di Hitler e Mussolini. Un reato per la legge elvetica, tanto che l’allora procuratore generale John Noseda aveva proposto una condanna a 90 aliquote sospese condizionalmente per due anni per istigazione alla discriminazione razziale.
Visto che ora il caso ticinese viene «seguito con particolare attenzione» dalla Commissione federale contro il razzismo, il direttore del Dipartimento delle istituzioni si è detto disponibile a incontrare la sua presidente.
Gobbi e il consiglio di stato hanno cannato un'altra volta. L'errore stà nel manico. Inutile affermare che abbia le capacità per il posto che gli hanno dato. Questo signore lo paghiamo fior di quattrini, per cui si può esigere che venga affidato a persone al di sopra di qualsiasi dubbio. Non avrebbe dovuto avere la possibilità di partecipare al concorso interno. La supponenza come al solito la fa da padrona e il capo dipartimento svicola, visto che in questo caso non ha cifre da sciorinare.Quanti altri poliziotti che hanno le attitudini per il posto e che si sono sempre impegnati onestamente nel loro lavoro, rispettando i regolamenti, avrebbero potuto ambire a questo posto? Una unica soluzione : rimuovere l'incarico, e continui con il posto che generosamente qualcuno ha voluto garantirgli. Nell'economia privata non sono tollerate queste situazioni!