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CANTONE«Ha sbagliato e ha pagato. Ma il caso non va strumentalizzato»

26.07.18 - 13:43
L'ex Presidente della Federazione funzionari di Polizia difende il poliziotto finito nella bufera per i suoi post nazisti e recentemente promosso: «Avrei fatto la stessa scelta del Governo»
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«Ha sbagliato e ha pagato. Ma il caso non va strumentalizzato»
L'ex Presidente della Federazione funzionari di Polizia difende il poliziotto finito nella bufera per i suoi post nazisti e recentemente promosso: «Avrei fatto la stessa scelta del Governo»

BELLINZONA - Il caso della promozione a sergente maggiore del poliziotto ticinese che nel 2016 era balzato agli onori della cronaca per aver pubblicato su Facebook una serie di post inneggianti al nazismo e al fascismo continua a far discutere. La politica ticinese si è interrogata sulla bontà della scelta del Consiglio di Stato. E ieri è giunta pure l'indignazione della Federazione svizzera delle comunità israelitiche, che ha chiesto lumi al direttore del DI Norman Gobbi.

Tra le tante voci critiche, ve n'è però una che esce dal coro. Ed è quella di Michele Sussigan,che parla di un'eccessiva strumentalizzazione. «Il caso si sta gonfiando oltre misura», specifica l'ex presidente della Federazione Svizzera funzionari di Polizia (FSFP) - sezione Ticino.

Sussigan ha collaborato per oltre un decennio con il poliziotto in questione e ne ha sempre apprezzato la schiettezza. «In particolare mi piaceva il suo approccio concreto e diretto con le persone, indipendentemente dalla razza, dall’etnia o dalla fede, con una sensibilità particolare verso le persone deboli e indifese».

Insomma un'immagine totalmente diversa da quella che si era potuta intuire su Facebook. «Ha sbagliato, l’ha riconosciuto, ed è stato sanzionato, accettando la pena», continua Sussigan. «Non stiamo parlando di una persona pericolosa. Ma di un agente di polizia con oltre 30 anni di servizio passati la maggior parte sulle nostre strade e senza alcun reclamo da parte dell'utenza».

Per questo motivo Sussigan spezza una lancia in favore del suo ex collega. «Senza sminuire quanto è accaduto anni fa, avrei fatto la medesima scelta del Comando nel proporlo e del Consiglio di Stato nel nominarlo». Senza dimenticare che il grado di sergente maggiore non è poi così raro nel corpo di polizia. «Alla cantonale ve ne sono un centinaio». E sopra vi sono diversi altri ruoli, tra cui il comandante. «Non stiamo parlando di una nomina di grande portata. Per concorrere alla posizione, poi, bastano soli 6 anni di servizio», specifica Sussigan.

L'ex presidente del FSFP conclude con un pensiero sul pentimento: «Chi dopo aver commesso un reato minore non ripete l'errore e anzi ne trae insegnamento, ha anche il diritto al perdono».

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