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STATI UNTIDallas: sospettato per errore, «diffamato perché nero»

09.07.16 - 09:42
Il suo profilo Facebook invaso da minacce, ma Mark Hughes, bollato come "persona di interesse, è innocente. Il vero killer, invece, è un reduce con un passato di molestie
Dallas: sospettato per errore, «diffamato perché nero»
Il suo profilo Facebook invaso da minacce, ma Mark Hughes, bollato come "persona di interesse, è innocente. Il vero killer, invece, è un reduce con un passato di molestie

DALLAS - La sua foto è stata ritwittata centinaia di volte. E il suo profilo Facebook invaso da minacce. Mark Hughes è stato bollato come "persona di interesse", uno dei sospettati dell'attacco a Dallas.

Ma Hughes è completamente estraneo ai fatti e ora ritiene di essere stato "diffamato" dalla polizia perché afroamericano con un fucile.

Hughes è uno dei manifestanti armati che ha partecipato alla marcia di giovedì, quella in cui il killer Micah Johnson ha ucciso cinque agenti. Con sé Hughes portava legalmente il suo fucile AR-15: era infatti uno della ventina di manifestanti armati descritti dal sindaco di Dallas.

Avvertiti i primi spari il fratello, Cory Hughes, gli ha consigliato di consegnare l'arma alla polizia per evitare problemi. Mark Hughes ha seguito il consiglio del fratello. Ma non è valso a molto: poco dopo il primo bilancio delle vittime, la polizia ha diffuso una sua foto, descrivendolo come sospettato.

"È stato interrogato senza un avvocato, il suo telefono è stato perquisito e controllato senza mandato" riferisce uno dei suoi legali. "Il mondo lo ha visto come un killer, perché era un nero con un fucile" aggiunge, senza escludere un'azione legale nei confronti della polizia da parte del suo assistito.

L'interrogatorio sarebbe durato più di mezz'ora, durante la quale Hughes sarebbe stato sommerso di domande sul perché voleva uccidere agenti. A Hughes sarebbe stato detto anche che alcuni testimoni lo avevano visto sparare.

Il killer? Un reduce accusato di molestie - Incensurato. Reduce della guerra in Afghanistan, durante la quale una soldatessa lo ha accusato di molestie sessuali. Micah Johnson, il killer di Dallas, ha agito da solo: ha orchestrato l'attacco alla polizia spinto dall'odio verso i bianchi, soprattutto gli agenti.

Sul passato di Johnson, ucciso da un robot imbottito di esplosivo, emergono con il passare delle ore ulteriori dettagli. Nel periodo trascorso in Afghanistan come falegname nella 420ma brigata del Genio è stato accusato - secondo Bradford Glendening, il legale che gli era stato assegnato - di molestie sessuali. La soldatessa che aveva puntato il dito contro di lui aveva messo in evidenza che Johnson aveva bisogno un "aiuto psicologico". E chiesto un ordine restrittivo nei suoi confronti. L'esercito aveva quindi avviato le pratiche per allontanarlo: "non piaceva ai suoi superiori, era chiaro da come ne parlava il suo comandante" ricorda Glendening.

Rientrato negli Stati Uniti, Johnson era tornato a vivere con la madre a Mesquite, vicino a Dallas: un'area tranquilla, dove i vicini lo ricordano come una persona tranquilla, non pericolosa. E proprio in casa aveva un arsenale: la polizia ha trovato materiale per costruire bombe, fucili, munizioni e giubbotti anti proiettili.

Sulla sua pagina Facebook, fatta sparire poco dopo il suo riconoscimento, aveva segnato come 'Mi Piace' due gruppi: le Black Panther e l'African American Defense League. In risalto anche una sua foto con Richard Griffin del gruppo rap Public Enemy. Griffin è salito alle cronache nel 1980 per i suoi commenti antisemiti.

Era un "simpaticone", "non era certo un individuo violento" lo descrive l'amico e vicino di casa Israel Cooper. "Istruito" e "apolitico" secondo un amico, ma anche "molto consapevole dell'essere una persone di colore" secondo un altro. "Rideva e cantava durante l'assedio delle forze dell'ordine" ha detto una fonte di polizia a Nbc. Non sembrava nervoso e anzi, aveva confessato di essersi allenato in palestra in vista dell'agguato il cui obiettivo, per quanto riferito in quell'ultimo braccio di ferro, era di "uccidere bianchi, perché li odiava. E soprattutto poliziotti bianchi".
 


 
 

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