L'uomo aveva dichiarato davanti a una sessantina di fedeli della moschea che i musulmani che non pregano in comunità andrebbero «banditi, respinti, evitati e calunniati fino al loro ritorno»
WINTERTHUR - Nuovo passo avanti nella vicenda dell'ex moschea An'Nur di Winterthur (ZH): il predicatore etiope, poi rivelatosi somalo, che aveva lanciato messaggi di odio e di istigazione alla violenza è stato espulso dalla Svizzera.
L'imam, all'epoca 25enne, aveva dichiarato davanti a una sessantina di fedeli della moschea che i musulmani che non pregano in comunità andrebbero «banditi, respinti, evitati e calunniati fino al loro ritorno». E nel caso dovessero perseverare con questo comportamento, andrebbero addirittura uccisi.
Per quelle frasi, l'ex imam etiope è stato condannato nel novembre 2017 a 18 mesi di detenzione con la condizionale e a 10 anni di espulsione dalla Confederazione. Nel novembre 2018, la decisione della corte è stata confermata in seconda istanza.
Ora, il predicatore è stato espulso in Somalia, ha annunciato la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) all'agenzia Keystone-ATS. Le autorità somale hanno infatti riconosciuto il giovane come cittadino somalo e hanno accettato il rimpatrio. Questa tappa, tuttavia, è stata preceduta da un lungo e intenso sforzo da parte delle autorità federali per determinare la nazionalità del predicatore.
Inizialmente indicato come etiope, l'ex imam non aveva infatti documenti di viaggio validi e non aveva cooperato negli incontri avuti con la SEM. Quest'ultima ha dunque deciso di indagare in profondità e sebbene la nazionalità etiope non sia stata confermata, è stato possibile chiarire una possibile cittadinanza somala.
La moschea An'Nur (la Luce), ora chiusa, era considerata un luogo di radicalizzazione islamica. Secondo varie fonti, sarebbero almeno cinque i ragazzi partiti dalla città zurighese verso la Siria per la jihad, la guerra santa islamica, nelle file dell'Isis.