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ZURIGOCondannati otto affiliati dell'ex moschea An'Nur

23.10.18 - 10:42
Sono stati giudicati colpevoli dell'aggressione a due altri frequentatori che consideravano "spie"
Condannati otto affiliati dell'ex moschea An'Nur
Sono stati giudicati colpevoli dell'aggressione a due altri frequentatori che consideravano "spie"

WINTERTHUR - Otto condanne, due assoluzioni e due giovani che dovranno lasciare la Svizzera: queste in sintesi le decisioni del tribunale di prima istanza nei confronti di affiliati dell'ex moschea An'Nur di Winterthur (ZH) giudicati per l'aggressione di due altri frequentatori.

Presentando stamani la sentenza, il presidente del Tribunale distrettuale di Winterthur ha sottolineato come "la cronologia dei fatti ha potuto essere ricostruita, in alcuni casi con una precisione al secondo, attraverso i protocolli delle chat delle persone coinvolte e le registrazioni delle chiamate fatte alla polizia".

Sul banco degli imputati erano comparsi agli inizi di ottobre otto giovani fra i 17 e i 24 anni d'età, un 54enne libico che fungeva da imam principale e il 49enne presidente dell'associazione che gestiva la moschea, per anni considerata un luogo di radicalizzazione islamica.

Sette giovani frequentatori della moschea - chiusa definitivamente nel giugno di un anno fa - sono stati ora condannati a pene detentive con la condizionale fra i 6 e i 18 mesi e in alcuni casi a pene pecuniarie, pure sospese, per una serie di accuse che comprendono il sequestro di persona, le lesioni personali, la coazione e le minacce.

L'imam 54enne, che ha preso parte all'aggressione quando questa era già iniziata, è stato riconosciuto colpevole soltanto di sequestro di persona e condannato ad una pena pecuniaria con la condizionale di 180 aliquote.

Per due imputati - un giovane afgano e un macedone - la corte ha inoltre ordinato l'espulsione dalla Svizzera per un periodo di sette anni. La sentenza non è ancora definitiva e può ancora essere impugnata davanti alle istanze superiori.

L'ex presidente della moschea An'Nur è invece stato prosciolto da tutte le accuse, per non aver preso parte all'aggressione, e il tribunale gli ha riconosciuto un risarcimento di 18'000 franchi.

Proscioglimento da tutte le accuse "per mancanza di prove" e risarcimento di 34'400 franchi per i sei mesi passati in detenzione preventiva anche per uno degli otto giovani accusati. Al dibattimento, il ragazzo aveva sostenuto che durante le aggressioni si trovava nella sala della moschea normalmente riservata alle donne.

Le condanne sono complessivamente inferiori alle richieste della pubblica accusa, che al dibattimento aveva chiesto pene fino a tre anni di prigione in parte sospese. I difensori avevano invece chiesto il proscioglimento per tutti gli imputati.

In una prima reazione, la procuratrice che ha sostenuto l'accusa si è detta soddisfatta. Il tribunale - ha detto - ha tenuto conto di tutti i capi d'accusa e ha dimostrato in tal modo che "non ci si può far giustizia da sé".

I fatti risalgono al 22 novembre del 2016, quando due frequentatori della controversa moschea vennero picchiati e minacciati. Uno dei due fu obbligato ad ingoiare una banconota da 10 franchi "per aver venduto la sua religione in cambio di denaro".

Gli aggressori erano convinti che i due avessero trasmesso a un giornalista il testo di un controverso sermone tenuto un mese prima da un 25enne imam etiope. Il predicatore etiope aveva dichiarato, davanti a una sessantina di fedeli, che i musulmani che non pregano in comunità andrebbero "banditi, respinti, evitati e calunniati fino al loro ritorno". E nel caso dovessero perseverare con questo comportamento, andrebbero addirittura uccisi.

Per quelle frasi, l'ex imam è stato condannato nel novembre di un anno fa a 18 mesi di detenzione con la condizionale e a 10 anni di espulsione dalla Svizzera. La moschea An'Nur era considerata un luogo di radicalizzazione islamica. Secondo varie fonti, sarebbero almeno cinque i ragazzi partiti dalla città zurighese verso la Siria per la jihad, la guerra santa islamica, nelle file dell'Isis.

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