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ZURIGOSolo «normali musulmani» all'ex moschea An'Nur

03.10.18 - 15:09
I difensori delle dieci persone a processo respingono gli addebiti: «Nessun estremista»
Keystone
Solo «normali musulmani» all'ex moschea An'Nur
I difensori delle dieci persone a processo respingono gli addebiti: «Nessun estremista»

WINTERTHUR - Non degli estremisti, ma «normali musulmani»: questa la tesi dei difensori delle dieci persone a processo a Winterthur con l'accusa di aver minacciato e picchiato due frequentatori dell'ex moschea An'Nur che consideravano della «spie».

Pubblicamente additato come un estremista e un salafita, «il mio assistito è in realtà un cittadino integro, incensurato e cresciuto in campagna», ha affermato il difensore di un 23enne naturalizzato e originario del Kosovo.

Per l'avvocato, la procuratrice sarebbe spinta dalla voglia di farsi conoscere e di strumentalizzare i media. «Non ci sono prove». durante tutto il tempo della presunta aggressione il 23enne si trovava nella stanza normalmente riservata alle donne, ha sostenuto il difensore, che per il suo assistito chiede il proscioglimento, un risarcimento di 36'000 franchi per i sei mesi passati in detenzione, come pure 30'000 franchi per la perdita di guadagno.

Il proscioglimento da tutte le accuse e un risarcimento è stato chiesto anche dal legale di un macedone di 22 anni che in base all'atto d'accusa avrebbe fatto ingoiare una banconota da 20 franchi ad uno dei due frequentatori della moschea.

«È un normalissimo musulmano, non un estremista», ha dichiarato il difensore. Il 22enne è uno degli accusati non naturalizzati per i quali la pubblica accusa chiede anche l'espulsione dalla Svizzera per un periodo di 10 anni: una misura «sproporzionata», secondo il legale, per il quale il giovane «in Macedonia si troverebbe di fronte al nulla».

Gli imputati al processo che si è aperto lunedì davanti al Tribunale distrettuale sono otto giovani frequentatori della moschea chiusa un anno fa, un 54enne libico che fungeva da imam principale e il presidente dell'associazione che gestiva la moschea.

Per la maggior parte degli imputati la pubblica accusa ha chiesto condanne a dodici mesi da scontare: pene che potranno purgare in condizioni di semilibertà. Per i principali responsabili delle aggressioni le richieste di pena raggiungono i tre anni di detenzione, in parte con la condizionale. Il dibattimento non è ancora terminato e la sentenza sarà resa nota il prossimo 23 ottobre.

I fatti risalgono al 22 novembre del 2016, quando due frequentatori della moschea sarebbero stati picchiati e minacciati. I due erano sospettati di aver trasmesso al giornalista Kurt Pelda informazioni su un controverso sermone contro i musulmani non praticanti tenuto un mese prima da un 25enne imam etiope. Per quel sermone il predicatore etiope è stato condannato lo scorso mese di novembre a 18 mesi di detenzione con la condizionale e a 10 anni di espulsione dalla Svizzera.

La moschea An'Nur era considerata un luogo di radicalizzazione islamica. Secondo varie fonti, sarebbero almeno cinque i ragazzi partiti dalla città zurighese verso la Siria per la jihad, la guerra santa islamica, nelle file dell'Isis.

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