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ZURIGOProcesso An'Nur, l'ex imam si rifiuta di parlare

30.11.18 - 10:46
L'imputato ha affermato oggi in aula di avere già raccontato tutto e di preferire che al suo posto prenda la parola l'avvocato della difesa
Keystone
Processo An'Nur, l'ex imam si rifiuta di parlare
L'imputato ha affermato oggi in aula di avere già raccontato tutto e di preferire che al suo posto prenda la parola l'avvocato della difesa

ZURIGO - È comparso stamattina davanti al Tribunale cantonale di Zurigo, ma si è rifiutato di rispondere a qualsiasi domanda l'ex imam etiope di 26 anni giudicato in appello per un sermone pronunciato due anni fa nella moschea An'Nur di Winterthur (ZH).

L'imputato, che in prima istanza era stato condannato un anno fa a 18 mesi di detenzione con la condizionale e a dieci anni di espulsione dalla Svizzera per istigazione alla violenza ed altre accuse, ha affermato oggi in aula di avere già raccontato tutto e di preferire che al suo posto prenda la parola l'avvocato della difesa.

Il cittadino etiope è stato accompagnato in tribunale dal carcere dell'aeroporto di Zurigo, dov'è rinchiuso in attesa dell'espulsione. La sua deposizione è durata meno di mezz'ora.

Le accuse di cui deve rispondere si riferiscono a un sermone pronunciato il 21 ottobre 2016 davanti a una sessantina di fedeli della moschea An'Nur, chiusa definitivamente un anno fa.

Secondo una registrazione trasmessa a un giornalista, in quell'occasione l'imputato dichiarò che i musulmani che non pregano in comunità andrebbero «banditi, respinti, evitati e calunniati fino al loro ritorno». Nel caso dovessero perseverare con questo comportamento, andrebbero addirittura uccisi. L'etiope viene inoltre giudicato per aver postato su Facebook filmati e immagini delle atrocità perpetrate dagli uomini del sedicente Stato islamico (Isis).

Davanti alla prima istanza, il difensore d'ufficio dell'ex imam aveva sostenuto che il suo assistito non ha una buona conoscenza del Corano e che avrebbe scritto il sermone incriminato basandosi su testi trovati su Internet. Per questo la difesa intende chiederne il proscioglimento.

Dopo la condanna in primo grado, l'ex imam si era peraltro visto respingere la richiesta di asilo e nei suoi confronti era stata ordinata la carcerazione cautelativa prevista per gli stranieri che non adempiono al loro obbligo di lasciare la Svizzera. La detenzione era terminata lo scorso mese di febbraio. Il 26enne aveva in seguito fatto perdere le tracce. Agli inizi d'aprile era stato arrestato in Germania e in seguito estradato in Svizzera.

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