Cerca e trova immobili

CANTONE«Seguivano un sogno, si sono ritrovati in un incubo»

31.10.18 - 12:17
L’accusa ha chiesto fino a tre anni e dieci mesi di carcere nei confronti dei responsabili della IPUS di Chiasso
tipress
«Seguivano un sogno, si sono ritrovati in un incubo»
L’accusa ha chiesto fino a tre anni e dieci mesi di carcere nei confronti dei responsabili della IPUS di Chiasso

LUGANO - «La vicenda IPUS ha toccato centinaia di giovani che seguivano un sogno, ma che si sono ritrovati in un incubo». Ha esordito con queste parole la procuratrice pubblica Raffaella Rigamonti, che stamani ha preso la parola alle Criminali nell’ambito del processo nei confronti dei responsabili dell’università fantasma di Chiasso. E ha chiesto una condanna a tre anni e dieci mesi di carcere per l’imputato sessantenne e a tre anni di detenzione (senza opporsi, in questo caso, a un’eventuale sospensione) per la quarantottenne. Oltre alla loro espulsione dal paese per almeno dieci anni. Per entrambi ha parlato di «mancanza di scrupoli».

«Quando il Ministero pubblico ha ricevuto la prima denuncia, non ci si aspettava che emergessero dei fatti così gravi». Da una parte la promessa di titoli accademici che non erano previsti, dall’altra i reati finanziari per la mancanza di una contabilità e per all’incirca un milione di franchi prelevato dai conti dell’istituto chiassese e utilizzato per questioni personali. E a inchiesta ormai in corso, i due imputati avevano inoltre avviato un’attività analoga nei Grigioni, la UNIPOLISI.

«L’imputato sessantenne ha sempre cercato di far ricadere le colpe su altre persone. E ancora oggi si dichiara vittima» ha sottolineato l’accusa. «È una persona che pensa di essere al di sopra della legge, che pensa di potersi prendere gioco delle autorità». Anche la quarantottenne, a mente della procuratrice pubblica, «tuttora non ha assunto le proprie responsabilità».

Il rappresentante degli accusatori privati, l’avvocato Ivan Paparelli, ha avanzato una pretesa di risarcimento per le rette scolastiche e le spese legali sostenute dagli studenti. 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

volabas 5 anni fa su tio
qualcuno se n'è lavato le mani alla faccia dei controlli, pero' quando non paghi la rata delle imposte, il richiamo non tarda ad arrivare

Svizzeraefieradiesserlo 5 anni fa su tio
Come sempre abbiamo una marea di controlli...

Trasp 5 anni fa su tio
Se i fatti gravi, indicati in questo articolo, saranno confermati sarà la giustizia a doversi prendere le sue responsabilità per una condanna esemplare, in modo da intimidire futuri comportamenti dello stesso genere.

dan007 5 anni fa su tio
Scandaloso tante società vengono da noi per delinquere e non c’è nessun controllo

crisi 5 anni fa su tio
Niente di più facile: in Ticino. ed in diversi l'hanno capito, si va sulla fiducia e chi dovrebbe vigilare è piuttosto latitante (con la scusa che sono già oberati di lavoro).... Non a caso diverse leggi, anche federali, non vengono rispettate e siamo il fanalino di coda della svizzera....

GI 5 anni fa su tio
mi chiedo come sia stato possibile.....
NOTIZIE PIÙ LETTE