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CADEMPINOCondizioni di lavoro «inammissibili» alla Luxury Goods

01.03.19 - 09:47
«Non è questa l’economia che vogliamo per il Ticino. Non l’economia che sfrutta le persone e il territorio» si legge in un comunicato del PS successivo alle rivelazioni di "Modem"
TiPress - foto d'archivio
Condizioni di lavoro «inammissibili» alla Luxury Goods
«Non è questa l’economia che vogliamo per il Ticino. Non l’economia che sfrutta le persone e il territorio» si legge in un comunicato del PS successivo alle rivelazioni di "Modem"

CADEMPINO - Condizioni di lavoro inammissibili, sfruttamento della manodopera ed estrema precarizzazione. È quanto subirebbero gli impiegati dei magazzini ticinesi della Luxury Goods Logistics (LGL) secondo le testimonianze raccolte dalla trasmissione "Modem" della RSI. 

«È l’ennesima dimostrazione dei gravi problemi legati alla presenza in Ticino del gruppo di proprietà della multinazionale Kering, a cui appartiene anche il marchio Gucci», ribadisce il Partito socialista.

I due testimoni che hanno lavorato nei magazzini parlano di «orari e luoghi di lavoro comunicati via WhatsApp di giorno in giorno, ritmi di lavoro asfissianti, impossibilità di andare al bagno o di bere durante i turni, lavoro sotto videosorveglianza, magazzini gelidi d’inverno e lavoratori obbligati a portare uniformi non adeguate». Condizioni di lavoro che il PS giudica «inammissibili» e di «sfruttamento», che «vanno combattuti con decisione».

Nel settembre del 2014 il sindacato UNIA aveva denunciato l’estrema precarizzazione del lavoro nelle centrali di Luxury Goods e salari troppo bassi per vivere in Ticino. Dopo cinque anni «le testimonianze mostrano come quest’attività logistica legata all’alta moda in Ticino continui a basarsi sullo sfruttamento della manodopera e sul dumping salariale».  

Per i socialisti si tratta di «un tipo di economia fondato su sistema opaco che sfrutta anche il territorio, come mostrato dalle inchieste per evasione fiscale contro Kering, e che permette alla multinazionale d’importare nel nostro cantone un’altissima quantità di beni prodotti all’estero per poi distribuirli a livello mondiale con l’unico scopo di pagare meno imposte».

In ottobre il colosso della moda aveva confermato il taglio di 150 posti di lavoro in Ticino, delocalizzandoli oltre confine. «A fine gennaio, il nucleo di polizia finanziaria di Milano ha contestato alla multinazionale della moda un’evasione fiscale di 1,4 miliardi di euro per dei ricavi non dichiarati per oltre 14 miliardi. Le conseguenze sono gravi», commenta il PS.

«Non è questa l’economia che vogliamo per il Ticino. Non l’economia che sfrutta le persone e il territorio, facendo concorrenza sleale a imprenditori onesti che pagano correttamente i propri dipendenti», conclude la nota dei socialisti, che rivolgono lo sguardo anche al salario minimo: «Salari da 2'800 franchi al mese con settimane di 54 ore di lavoro, come emerso dall’inchiesta di “Modem” riguardo alla Luxury Good, escludono di fatto la manodopera residente che non può vivere in Ticino con simili salari».

In seguito alla presa di posizione, il PS (Ivo Durisch, Carlo Lepori, Bruno Storni, Tatiana Lurati, Henrik Bang, Gianrico Corti) ha inoltrato alcune domande (riportate qui di seguito) al Consiglio di Stato sotto forma di interpellanza.

Per quanto riguarda l’ambiente di lavoro:
- Come valuta la situazione relativa alle condizioni di lavoro presso la LGI, alla luce delle testimonianze emerse e documentate da «Modem»?
- Come è possibile che in Ticino ci siano aziende che trattano i propri dipendenti in questo modo indegno?
- Alla luce dalle testimonianze dei lavoratori legate all’accesso di servizi sanitari, impossibilità d’idratazione, videosorveglianza, orari e luoghi di lavoro indicati tramite messaggeria di giorno in giorno, minaccia di licenziamento in caso di malattia o di comunicazioni con l’esterno: ritiene necessario potenziare l’ispettorato del lavoro anche per quanto riguarda la qualità e il tipo dei controlli, oltre a quelli correnti o di tipo amministrativo?
- C’è l’intenzione di eseguire un approfondimento riguardo alle denunce delle condizioni di lavoro presso la LGI, in particolare riguardo ai punti denunciati dalle testimonianze citate?
- Ha l’intenzione d’incitare la Commissione paritetica responsabile del settore a migliorare e potenziare tanto il controllo quanto la possibilità di denunciare delle condizioni di lavoro inaccettabili senza correre il rischio di essere licenziati?
- Quali strumenti e misure ha intenzione di migliorare o di introdurre per il potenziamento del controllo delle condizioni di lavoro dal punto di vista qualitativo?
- Sta valutando la possibilità di segnalare questi casi alla magistratura?
- Come si pone di fronte alle gravissime violazioni dei diritti sindacali, deunicate nel sevizio RSI?
- Perché in queste aziende non ci sono stati controlli? Chi doveva controllare e non lo ha fatto?
- I contratti collettivi, dove esistono, sono rispettati o le violazioni denunciate nel servizio RSI sfuggono a ogni controllo?
- Corrispondo a verità i salari citati di 15–17 Fr./h?
- È vero che queste aziende non assumono apprendisti?

Per quanto riguarda gli aspetti fiscali:
- Chi controlla che chi gode dello statuto di globalista rispetti la legge e adempia a tutti i criteri richiesti?
- In particolare, chi non ha controllato che i manager che hanno ottenuto i permessi di dimora, vivessero realmente in Ticino?
- Con che criteri sono stati concessi gli statuti di globalista?
- Questi globalisti pagano imposte secondo il dispendio presumibile o viene applicato il minimo previsto dalla legge?

 

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COMMENTI
 

Danny50 5 anni fa su tio
Spiacenti PS ma non siete voi che avete voluto la libera circolazione e avete inserito nel vostro programma l’adesione all’UE ? Fatevene una ragione ora e spero che gli sfruttati vi ringrazino alle prossime elezioni, altrimenti che continuino nella via della schiavitù favorita da voi internazionalisti rossi.

Galium 5 anni fa su tio
Risposta a Danny50
Di chi è la colpa? Dei fantomatici internazionalisti rossi o delle multizionali che sfruttano i lavoratori approfittando delle facilitazioni fiscali concesse loro e della connivenza delle autorità che evitano di fare controlli per accaparrarsi qualche entrata fiscale in più? Non parliamo poi della libera circolazione, che in questo caso non c'entra proprio nulla. Purtroppo in Ticino molte persone non sanno liberarsi dalla vecchia mentalità del "paradiso fiscale".
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