A scrivere il futuro dello stabilimento sarà il popolo, al voto probabilmente in maggio
BELLINZONA - L’iniziativa popolare “Giù le mani dalle Officine”, bocciata in Gran Consiglio, passerà tra le mani del popolo. Il comitato ha infatti deciso di non ritirarla, forte delle 14’768 firme raccolte nel 2008 durante lo sciopero contro la chiusura dello stabilimento di Bellinzona.
Una decisione appoggiata dall’MPS, secondo cui l’iniziativa è «l’unica alternativa a un progetto (quello delle FFS, sostenuto con 120 milioni dal Cantone e dalla Città di Bellinzona) che rappresenta di fatto lo smantellamento dell’Officina dal punto di vista occupazionale e produttivo».
Il movimento è convinto che per le “nuove Officine”, così come pensate, verranno soppressi dei posti di lavoro. Inoltre, accettare l’iniziativa non comporterebbe il rischio che le FFS “portino via tutto” dal Ticino, perché «vi resteranno per ragioni economiche e tecniche: non hanno la possibilità di inviare i treni per la manutenzione in Svizzera tedesca e costerebbe loro molto di più».
Inoltre, «se il progetto FFS - che appare puramente speculativo - si concretizzasse, il Ticino perderebbe tutte le attività oggi svolte all’Officina nell’ambito della manutenzione del traffico merci».
Senza dimenticare che «lo smantellamento dell’Officina di Bellinzona sarebbe un grave colpo per il futuro della zona industriale delle Tre Valli, già in difficoltà, e per i progetti di rilancio della zona industriale della ex-Monteforno».
Se l’iniziativa dovesse essere votata dal popolo, per l’MPS si potrebbbe «ripartire su nuove basi per sviluppare, attorno all’attuale Officina, un progetto che non solo mantenga le attuali attività, ma sviluppi “nuove attività, nuovi servizi, attività di ricerca ed innovazione nel campo della gestione e della manutenzione dei vettori di trasporto».
Al voto si andrà probabilmente nel mese di maggio.