Le domande di Davide Rossi, corrispondente di Sinistra.ch, sono state giudicate «tendenziose e irricevibili» dagli addetti stampa
BELLINZONA - «A FFS Cargo non piacciono i giornalisti di sinistra?». È questa la domanda che pone provocatoriamente il Partito comunista, commentando quanto accaduto venerdì in occasione della giornata FFS per i media sul tema “FFS Cargo oggi e Opportunità Ceneri 2020” a Cadenazzo.
Il giornalista Davide Rossi - come riferisce il portale Sinistra.ch - ha partecipato alla conferenza stampa a cui era stata invitata la redazione. «Quando è arrivato il momento delle domande mi sono messo in fila. Mi han chiesto quali volessi porre e non ho avuto problemi a presentarle al signore e alla signora dell’ufficio stampa delle FFS». La prima riguardava le future Officine FFS («La nuova sede a Castione appare come una sorta di deposito treni dove si farà piccola manutenzione, ma senza reale sviluppo produttivo. Non vi sembra un’ipotesi che impoverirà il Ticino?»), la seconda il Parco tecnologico che sorgerà sull’attuale sedime delle Officine («Quali garanzie si possono dare per evitare che diventi una realtà come le altre zone industriali che in Ticino e Mesolcina sono un insieme di progetti fallimentari e di speculatori fiscali?»).
Rossi riferisce: «I signori in questione hanno detto che le mie domande erano tendenziose e irricevibili, quindi non avrei potuto intervistare Meyer». Allo sguardo «sconcertato» del giornalista avrebbero risposto commentando «ad alta voce che se fosse per noi saremmo ancora al tempo dei carri e dei cavalli». A questo punto Rossi si chiede: «Non ho capito a chi si riferisse. Il nostro giornale? Il Partito Comunista?»
Un atteggiamento, quello degli addetti stampa di FFS, che il Partito comunista giudica «vergognoso e inaccettabile», ricordando di avere «sempre sostenuto il trasporto pubblico e la ricerca in ambito ferroviario» e ribadendo la situazione «preoccupante» in cui «dei manager strapagati ragionano come se le ferrovie federali fossero di loro proprietà privata!».
Situazione accentuata dalla frase pronunciata ieri dal CEO di FFS Andrea Meyer - già definita dall’MPS «una minaccia» - che sulle future Officine a Castione ha detto: «Se discutiamo troppo a lungo sulla questione, se non riusciamo a trovare una soluzione in Ticino dovremo sondare altre possibilità».