Anonimi si scagliano contro Lelia Guscio, autrice di un'interrogazione sull'articolo di Ticinonline
BELLINZONA - Ricordate il caso dei libri "soft porn" in prestito nelle biblioteche delle scuole, sollevato da Tio.ch/20minuti? Mercoledì mattina al liceo di Bellinzona sono comparsi un centinaio di volantini (vedi la foto qui sotto) in cui gli anonimi autori si scagliano contro la granconsigliera Lelia Guscio (Lega dei ticinesi), "colpevole" di aver presentato un'interrogazione parlamentare a seguito dell'articolo.
L'interrogazione - Guscio, che lavora come insegnante proprio nel liceo bellinzonese, aveva definito «scabroso» il linguaggio del romanzo incriminato, dicendosi contraria «al fatto che le biblioteche scolastiche lo mettano a disposizione sui loro scaffali».
Il volantino - Una vendetta organizzata da qualche studente discolo? O c'è dell'altro? In effetti il volantino, oltre ad accusare di «ipocrisia» la docente-parlamentare, contiene anche un accenno a una vicenda riservata attinente all'attività professionale di Guscio. «L'interrogazione riguardante il libro presente in 11 biblioteche scolastiche su 35 ci ha fatto riflettere» si legge nei volantini: «L'atto parlamentare parrebbe essere coerente con quelli che devono essere i principi di ogni insegnante. Purtroppo, scavando nel turbolento passato della docente emergono episodi di non poco conto».
Il post su Facebook - Il riferimento è a un post pubblicato su Facebook (e riprodotto sui volantini) in cui Guscio avrebbe «minacciato di morte» un'allieva che aveva fatto ricorso per una nota. In realtà, il post in questione sembrerebbe accennare a ripercussioni imprecisate: «La faccio morire» scrive la docente, riferendosi (si presume) all'allieva in questione. Da noi contattata, Guscio ha confermato di avere visto i volantini, ma ha preferito non commentare.