Parlano i gay che di notte frequentano parcheggi e soste autostradali. E spiegano il perchè degli incontri al buio
BELLINZONA - È accaduto di nuovo. Solo un anno fa scrivevamo di un'aggressione a sfondo omofobo contro un 40enne pestato a sangue da un gruppetto di ragazzi sulla sosta autostradale Cadenazzo Ovest, luogo di incontri notturni. Lo scorso week-end un nuovo caso. Questa volta è accaduto nell'area di sosta autostradale Cadenazzo Est. Questa volta ci è scappato pure il morto. La vittima è un 81enne originario di Cadro. Anche in questo caso la pista che stanno battendo gli inquirenti è quello di un'aggressione a sfondo omofobo.
Alcune aree di sosta in Ticino sono diventati col tempo dei veri e propri punti di incontro di sesso occasionali tra gay. In molti si chiedono il motivo della scelta di questi luoghi. Voglia di trasgressione? "Ma quale trasgressione - ci dice un ragazzo che preferisce restare nell'anonimato e che di tanto in tanto frequenta le soste di quelle che solitamente vengono definite di "battuage" - la questione è molto più semplice. In Ticino non esistono bar o locali gay e noi gay non abbiamo nessun punto di ritrovo. Se vuoi frequentare altri gay devi andare fino a Milano. Fino a pochi mesi fa c'era un bar a Loreto, ma è stato chiuso, e quindi l'autostrada diventa alla fine l'unico posto dove poter chiacchierare con i propri simili. Non è detto che si venga qui solo per fare sesso, ma anche per parlare, o per fare nuove amicizie. Certo, se poi scatta qualcosa, c'è chi preferisce scendere al buio e consumare un rapporto occasionale, e chi invece sale in auto e continua la conoscenza nelle proprie abitazioni".
Nell'opinione comune è facile leggere il giudizio di condanna di questi luoghi, visto come punti di prostituzione. "Qui nessuno si prostituisce - ci dice il nostro interlocutore - la prostituzione maschile avviene su Internet e negli appartamenti. L'autostrada - è triste dirlo - è diventato in Ticino l'unico luogo di aggregazione per noi gay. Stare in una strada o a una piazza a Lugano è praticamente impossibile. L'omofobia è troppo forte. Solo poche sere fa sul lungolago di Lugano ero con un mio amico e ci hanno urlato 'froci'. Immagina se Piazza Riforma diventasse un luogo di socializzazione gay, si rivolterebbe l'intera città. Solo per aprire un semplice bar per omosessuali a Loreto, ci fu l'Associazione di quartiere che protestò e si oppose all'apertura. Spesso gli eterosessuali sottovalutano la fatica che si fa a vivere in un contesto dove non ci sono punti di ritrovo, dove rappresentiamo la minoranza".
Ma c'è anche chi fa dei distinguo e accusa quella categoria di gay che ha paura di mostrarsi pubblicamente, quelli insomma che non entrerebbero mai in un locale gay per paura di essere scoperti. "Non credo che siamo proprio una minoranza - ci dice un altro frequentatore delle soste autostradali - nelle soste ho visto di tutto, o meglio di tutti. Qui arrivano persone che non si farebbero mai vedere in un locale pubblico gay. Ho conosciuto proprio qui padri di famiglia, ragazzi fidanzati con donne, perfino dei preti. Gente che ha bisogno di nascondersi per soddisfare la propria vita sessuale, dato che il comune senso del pudore condannerebbe il loro comportamento".
L'opinione di entrambi i nostri interlocutori è unanime. "Se solo ci fosse più apertura mentale nei confronti delle diversità e delle minoranze, e se ognuno imparasse a vivere la proprio sessualità senza paure del giudizio sociale, nessuno andrebbe a nascondersi nel buio di una sosta autostaradale e si vivere il tutto alla luce del sole come in altre località estere più tolleranti".