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ATEDTra smart working, cultura e lavoro agile

21.02.24 - 07:58
Intervista a Deborah Ghisolfi, Consulente Trainer e Coach certificata Agile Marketing e autrice del libro "Agile Marketing"
Foto Ated
Fonte ATED
Tra smart working, cultura e lavoro agile

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Intervista a Deborah Ghisolfi, Consulente Trainer e Coach certificata Agile Marketing e autrice del libro "Agile Marketing"

Sempre più frequentemente nella ricerca di una nuova posizione lavorativa, i candidati valutano con maggior interesse quelle organizzazioni che concedono la flessibilità di gestire il lavoro in luoghi diversi dall’ufficio. Si tratta di un fattore e approccio culturale delle aziende molto ambiti, per esempio, dalle neomamme e da chi ha la necessità di bilanciare vita personale e ambizioni professionali. Ma per capire quali differenze di approccio e culturali esistono tra lavoro e cultura agile, smart working e altri generi di lavoro flessibile, abbiamo intervistato Deborah Ghisolfi, Consulente Trainer e Coach certificata Agile Marketing e Autrice del libro Agile Marketing, oltre che docente nel percorso APF in Digital Collaboration Specialist (ancora pochi posti liberi nella seconda edizione in partenza), organizzato da ated e Formati Academy.

Signora Ghisolfi, sentiamo spesso parlare di lavoro agile o di smart working, ma vi è una distinzione o si tratta di termini sinonimi? In generale, in cosa consiste e cosa significa lavorare con una cultura Agile?
È importante distinguere tra lavoro agile, smart working, e cultura Agile del lavoro, poiché, sebbene tutti mirino a migliorare l'efficienza e la flessibilità del lavoro, presentano differenze significative. Il lavoro agile si riferisce a un approccio normativo che regola le modalità di organizzazione del rapporto di lavoro subordinato. Il secondo e il terzo si riferiscono alla cultura e alla modalità di dialogo e coinvolgimento con i propri collaboratori, basato sulla definizione di obiettivi chiari, che lo rende potentissimo.
D'altro canto, lo smart working si riferisce a un modello più ampio di lavoro flessibile, che consente ai dipendenti di svolgere le proprie mansioni da luoghi diversi dal tradizionale ufficio, spesso utilizzando la tecnologia per comunicare e collaborare in remoto.
Mi piace sempre usare questa definizione del Prof. Mariano Corso del Politecnico di Milano, che credo chiarisca molto bene il punto di vista: “Smart Working significa ripensare al lavoro mettendo in discussione i tradizionali vincoli legati a luogo e orario lasciando alle persone maggiore autonomia nel definire le modalità di lavoro a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati. Autonomia, ma anche flessibilità, responsabilizzazione, valorizzazione dei talenti e fiducia diventano i principi chiave di questo nuovo approccio.”

Quali sono i benefici che derivano dall'introduzione del lavoro agile in un'organizzazione complessa?
I benefici derivanti dall'introduzione del lavoro agile in un'organizzazione complessa sono molteplici e impattanti. Come accennato in precedenza, lo smart working non solo migliora l'efficienza e la flessibilità del lavoro, ma porta anche a benefici specifici per le aziende di settori complessi come le assicurazioni e le banche.
Affinché il lavoro agile possa veramente funzionare all'interno di un'organizzazione, è essenziale che gli imprenditori siano pronti a abbracciare il cambiamento e a promuovere una mentalità aperta e collaborativa tra i dipendenti. Questo richiede una serie di scatti mentali e comportamentali, tra cui: flessibilità e adattabilità, fiducia e autonomia, cultura della collaborazione e del feedback.

A livello culturale cosa deve scattare negli imprenditori per permettere al lavoro agile di funzionare? È importante sottolineare che il cambio culturale non è un mostro da temere, ma piuttosto un'opportunità per crescere e migliorare. Gli imprenditori possono fare affidamento su coach e esperti di agilità per guidarli lungo questo percorso di trasformazione, offrendo supporto e orientamento, mentre l'organizzazione si adatta a nuove modalità di lavoro e collaborazione. Con il giusto sostegno e impegno da parte della leadership, il lavoro agile può diventare una parte integrante della cultura aziendale, portando a risultati positivi e duraturi.
Quello che è necessario impostare è una nuova cultura organizzativa orientata alla crescita continua dei dipendenti, allo sviluppo di innovazione in modo costante, al cambiamento continuo per far fronte al veloce mutamento del mercato, all’utilizzo sostenibile di budget e risorse in generale.

Per chi fosse interessato a seguire i percorsi APF in Digital Collaboration Specialist e in Cyber Security Specialist, maggiori informazioni si trovano sul sito www.ated.ch nell’area dedicata a questo link.
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Questo articolo è stato realizzato da ated - Associazione Ticinese Evoluzione Digitale, non fa parte del contenuto redazionale.