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ATEDPost Covid e guerra, le aziende non hanno le capacità digitali per gestire il cambiamento

19.06.23 - 07:58
Il 90% delle aziende ha fallito la trasformazione della pianificazione e non è pronta ad affrontare eventi imprevisti. Lo rivela un’indagine
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Post Covid e guerra, le aziende non hanno le capacità digitali per gestire il cambiamento

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Il 90% delle aziende ha fallito la trasformazione della pianificazione e non è pronta ad affrontare eventi imprevisti. Lo rivela un’indagine

Nonostante il Covid, la guerra in Ucraina e le complessità del quadro economico, la maggior parte delle aziende sono ancora impreparate a gestire il cambiamento di fronte a crisi e, in genere, a eventi imprevisti. Molte di queste imprese seguono pratiche antiquate, non si dotano delle tecnologie necessarie o non hanno le competenze per usarle. Come osserva EconomyUp a rilevarlo è il nuovo report di Board International: il 90% a livello globale delle aziende che hanno cercato di avviare qualche forma di trasformazione della pianificazione dal 2020 in poi ha fallito almeno in parte nel proprio tentativo.

I nuovi dati elaborati dalla tecnologia software di Board International, fornitore leader a livello mondiale di soluzioni di Intelligent Planning che aiutano le aziende a pianificare in modo più efficace ottenendo informazioni strategiche e risultati migliori, dicono che, nonostante quasi tutte le organizzazioni a livello globale (il 97%) abbiano realizzato una qualche forma di trasformazione della pianificazione a partire dal 2020, la maggioranza assoluta riferisce di avere fallito almeno in parte nel proprio tentativo e di avere difficoltà a gestire il cambiamento e la trasformazione digitale. Fondata nel 1994, Board International oggi conta 25 uffici in tutto il mondo ed è riconosciuta dai principali analisti ed esperti del settore, tra cui BARC, Gartner e IDC.

A tre anni dall’emergere della pandemia di Covid-19, che ha causato un’ampia perturbazione economica e sociale, la nuova indagine comparativa di Board sulla trasformazione della pianificazione ha coinvolto 2.450 decision-maker tra Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Francia, Italia, Giappone, Australia e Singapore, chiedendo loro come vadano le cose alla luce di una serie di eventi economici «senza precedenti».

Solo il 13% degli intervistati ha dichiarato di non aver risentito di eventi come la pandemia di Covid-19, la guerra in Ucraina e la crisi dovuta all’aumento del costo della vita.Di conseguenza, l’85% dei partecipanti afferma che la pianificazione viene ora affrontata più seriamente all’interno dell’azienda, il 76% ha visto aumentare i budget destinati alla trasformazione della pianificazione e ai team di pianificazione, e il 94% degli intervistati riferisce che i consigli di amministrazione e/o gli investitori chiedono un approccio più strategico al tema.

Che cosa frena la trasformazione delle aziende

Il report evidenzia che il 90% dei progetti di trasformazione è fallito per qualche motivo. La mancanza di risorse tecniche all’interno dell’azienda viene citata come la causa principale da oltre un quarto (26%) dei decision-maker. La mancanza di investimenti nelle competenze (23%) e la scarsità di risorse del team (22%) sono rispettivamente la seconda e la terza causa più citata.

Oltre al gap di competenze, i dati rivelano che un altro ostacolo per il progresso è rappresentato dall’ampio uso di pratiche di pianificazione inefficienti. Alla domanda su quali strumenti utilizzino per i processi di planning, la quasi totalità (il 98%) dei decision-maker ha dichiarato di effettuare parte della pianificazione su fogli di calcolo come Excel, uno strumento sviluppato nel 1985. I responsabili del planning impiegano in media 27 ore alla settimana per modellare diversi scenari per la loro azienda.

La necessità di un nuovo approccio diventa evidente quando si chiede ai decision-maker quanto si sentano pronti a gestire il prossimo evento “globalmente significativo” che si profila all’orizzonte. Alla domanda se si sentissero pronti a far fronte a continue perturbazioni della supply chain (il 29%), all’aumento dei tassi di interesse (il 22%), a un’altra pandemia (il 32%) o a una recessione (il 34%), hanno dichiarato di non esserlo.

Ated-Associazione Ticinese Evoluzione Digitale ated è un’associazione indipendente, fondata e attiva nel Canton Ticino dal 1971, aperta a tutte le persone, aziende e organizzazioni interessate alle tecnologie e alla trasformazione digitale. La sua missione è formare alla tecnologia e creare sinergie che portino valore aggiunto al tessuto economico e sociale del cantone, facilitando la realizzazione di progetti innovativi e visionari. Dal suo esordio, organizza manifestazioni e promuove innumerevoli occasioni di confronto e dibattito, conferenze, giornate di studio, visite e viaggi tematici, workshop, corsi di formazione per professionisti e iniziative di alfabetizzazione sull’utilizzo delle tecnologie al servizio delle persone.

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Questo articolo è stato realizzato da ated - Associazione Ticinese Evoluzione Digitale, non fa parte del contenuto redazionale.
COMMENTI
 

vulpus 10 mesi fa su tio
Ma quale transizione digitale che tra qualche mese non avremo energia a sufficenza per far girare tutta l'informatica. Rimaniamo con i piedi per terra. Inutile creare bisogni teorici , specialmente in questo campo

Don Quijote 10 mesi fa su tio
Hahaha, problemi grassi delle grandi aziende che i problemi sono creati dalla propria burocrazia come la figura del "decision-maker". Più dell'80% delle aziende rientrano nella definizione di piccole o micro aziende, da 2 a 15 persone massimo, è qua la competenza professionale ha una densità molto più elevata, coadiuvata da capacità di reazione e adattamento più rapide.

curiuus 10 mesi fa su tio
Decision-maker, supply chain, gap di competenze, processi di planning: ma l'ATED sa che qui siamo in Ticino, ossia in un cantone in cui si parla italiano. Ma piantatela finalmente di voler sembrare più à la page inzuppando ogni scritto di termini inglesi. Ovviamente parlo perfettamente inglese, ma non mi piace lo stesso questo atteggiamento, sempre più utilizzato, di sentirsi più importanti e professionali in questo modo.
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