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Smartphone (e social) addio, meglio la vita

La nuova tendenza fra ragazze e ragazzi è ripudiare le tecnologie troppo invasive: «Ho notato che spegnevo il cervello».
La nuova tendenza fra ragazze e ragazzi è ripudiare le tecnologie troppo invasive: «Ho notato che spegnevo il cervello».

Nel XVIII secolo l'uomo iniziò a sentirsi minacciato dal progresso incalzante dell'epoca. Le prime macchine industriali incutevano sospetto, e si diffuse la paura che potessero sostituire in toto il lavoro umano. È in questo clima che, nel 1779, il giovane Ned Ludd, la cui esistenza non è mai stata provata, distrusse in segno di protesta un telaio meccanico, dando vita al movimento denominato 'luddismo' che indica, in senso ampio, la resistenza opposta al mutamento tecnologico.

Anche ai giorni nostri esistono dei novelli Ned Ludd, impegnati a rifiutare quegli strumenti tecnologici che sembrano minare nel profondo la qualità di vita delle persone, primi fra tutti gli smartphone e i social network. La dipendenza che essi generano in coloro che li utilizzano, anche senza che costoro se ne rendano conto, impoverisce la vita reale di occasioni di incontro, impedisce lo svolgimento di attività interessanti, isola le persone in una realtà virtuale che impedisce loro di cogliere le varie opportunità di quella reale.

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Un cervello «spento» dai social

Questo è ciò che ha pensato anche la giovanissima Logan Lane, studentessa dell'Edward R. Murrow High School di New York, la quale, come milioni di coetanei nel mondo, ha ricevuto il suo primo cellulare a dieci anni e il suo primo smartphone l'anno successivo diventando, ben presto, dipendente dai social media. Il confronto con le foto di teenager belle ed eleganti la facevano sentire strana, troppo diversa rispetto allo standard imposto dai social e, per reazione, iniziò a pubblicare una serie di foto volutamente brutte e casuali, come a voler rimarcare il fatto che non le importasse del giudizio degli altri.

In realtà si era già innescato un meccanismo inconscio di rifiuto che l'ha portata ad abbandonare definitivamente il proprio iphone e disinstallare tutti i propri profili social. Come raccontato dalla ragazza al New York Times “A un certo punto mi sono accorta che durante il tempo che stavo al cellulare il mio cervello non processava nulla, era solo intrattenimento: quando ho smesso di usare il telefono ho sentito la chimica cambiare ed ho anche iniziato a dedicarmi di più allo studio e alla scuola”.

Non più impegnata sui social media, quindi, Logan ha iniziato nuovamente a studiare, leggere, cucire o semplicemente uscire a fare una passeggiata o recarsi in libreria per scegliere qualche libro.Tutte attività che fino a pochi mesi prima era finite nel dimenticatoio a causa della dipendenza generata dall'utilizzo spasmodico di internet. Proprio la Central Library di Brooklyn è divenuta poi luogo di incontro dei membri del 'Luddite club', che fa riferimento proprio a Ned Ludd, tra cui Jameson Butler, una sua compagna di scuola conosciuta a un concerto a Prospect Park, Odile Zaxter-Kaiser e Max Frackman. Anche Lola Shub, membro del club, ha deciso di abbandonare il proprio smartphone a favore di un antiquato modello anni '90, dicendosi desiderosa di dare un consiglio ai propri coetanei “trascorri del tempo a conoscerti e a esplorare il mondo che ti circonda. È molto più appagante e molto più reale di quello che si trova nella tua piccola scatola costosa”.

Pubblico DominioNedd Ludd, in un'incisione dell'epoca.

I nuovi luddisti

Tutti coloro che vogliono aderire al Luddite club devono rinunciare all'utilizzo dello smartphone, anche solo per il tempo delle riunioni, e munirsi, se possibile, di un vecchio cellulare a conchiglia. A fronte di tale rinuncia, però, il club offre uno spazio franco dove chiunque ha modo di passare il tempo facendo ciò che ama, leggendo un libro, disegnando o suonando la chitarra. Al Prospect Park di Brooklyn i nuovi luddisti si incontrano, montando d'estate anche delle confortevoli amache, per scambiarsi pareri e consigli, scrivere un diario e parlarsi guardandosi negli occhi: una cosa affatto scontata ai nostri tempi. «Siamo qui ogni domenica, con la pioggia, il sole e anche con la neve. Non ci teniamo in contatto quindi devi venire di persona» ha spiegato Odille, rendendo chiaro ciò che per noi è ormai totalmente desueto, ossia l'importanza di incontrarsi di persona nella vita reale, in un luogo fisico e non meramente virtuale come una app sul cellulare.

Sempre più giovani si dicono interessati al Luddite Club che, se da alcuni detrattori è stato definito come il prodotto di un gruppo di giovani privilegiati e snob, dall'altro viene già indicato come un movimento destinato ad acquisire sempre più potere e consapevolezza. L'insofferenza nei confronti dello smartphone e il desiderio di emanciparsi dai social media che, di fatto, incatenano le persone a uno schermo per più di otto ore al giorno, spinge sempre più persone a rifiutare tale stato di cose abbandonando la nuova tecnologia. La famosa cantante Camila Cabello, o l'attrice Dove Cameron, che si è detta «intossicata dai social», mostrano con orgoglio il proprio cellulare flip che sono diventanti di tendenza presso la Generazione Z.

 

DepositFra i giovani è tornato popolare il vecchio cellulare a conchiglia.

Come raccontato dalla diciottenne Sammy Palazzolo, matricola dell'Università dell'Illinois, in un articolo apparso sul portale di Radio Zeta, lei e la sua comitiva di amici ha deciso, durante le uscite insieme, di utilizzare unicamente i telefoni a conchiglia. Molte serate tra amici, infatti, venivano rovinate da commenti sgraditi ricevuti sui profili social che tutti finivano per consultare con molta frequenza nonostante si fosse in compagnia di altre persone. In realtà è proprio questo il grande inganno degli smartphone: danno l'illusione di essere sempre in compagnia mentre, in realtà si è profondamente soli e isolati dagli altri.

Come scritto dallo scrittore Andrew Sullivan in un suo memorabile articolo del 2016 pubblicato anche da Internazionale «Ogni minuto dedicato a una interazione online era un minuto in meno dedicato a un incontro faccia a faccia. Ogni secondo perso dietro l'ennesima banalità era un secondo in meno per la riflessione, la calma o la spiritualità. O vivevo come una voce online o vivevo come un essere umano nel mondo che gli umani avevano abitato fin dalla notte dei tempi».

 

DepositIl 34% dei giovani finlandesi ha deciso di rinunciare ai social network.

Un vero e proprio esodo

Questo cambio di prospettiva investe, come visto, in maniera trasversale giovani e persone più mature, in misura ancora limitata, ma rappresenta comunque un evento rivoluzionario dopo decenni in cui la nuova tecnologia è stata assorbita nella nostra vita senza alcun approccio critico. Eppure, come dimostrato da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell'Università di Bath, pubblicato nel 2022 sulla rivista Cyberpsychology, Behavior and Social Networking, l'astensione dai social network ha un immediato effetto positivo sulle persone.

Secondo quanto emerso dall'osservazione dei 154 partecipanti alla ricerca, dopo appena una settimana di astensione dall'utilizzo di Instagram, Twitter e TikTok, si poteva già osservare un netto miglioramento del benessere psicofisico e una diminuzione dei livelli di ansia e depressione. In questo caso specifico, la presa di coscienza di questo stato di cose sta arrivando dai giovanissimi e se i Millennial, per non dire dei cosiddetti Boomers, dimostrano una forte dipendenza dai social network, la Generazione Z si dimostra molto più attenta alla propria privacy e salute mentale. Secondo un sondaggio condotto a livello globale dall'agenzia nipponica Dentsu Aegis Network per la Digital Society Index nel 2020, il 17% dei giovani tra i 18 e i 24 anni ha disattivato i propri profili social. In Finlandia la percentuale sale al 34%, seguita dalla Penisola iberica al 30%.

In Spagna, Australia e Francia, più del 50% dei giovani intervistati si è detto preoccupato degli effetti che un uso prolungato degli strumenti tecnologici possa avere sull'organismo umano. Il porsi dei dubbi sull'utilizzo dei social network è la vera novità rilevante di questi tempi e produrrà sicuramente degli effetti a lungo termine. Se, come scritto, dal già citato Andrew Sullivan, «il richiamo sottile di questa tecnologia è che ci induce a credere che non ci siano svantaggi al suo utilizzo. E solo un tutto e di più», ora ci sono ragazzi, come Logan Lane e i suoi amici, e tante altre persone nel mondo che iniziano a interrogarsi seriamente se sia tutto oro ciò che i social mostrano come luccicante.

 


Appendice 1

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Pubblico DominioNedd Ludd, in un'incisione dell'epoca.

DepositFra i giovani è tornato popolare il vecchio cellulare a conchiglia.

DepositIl 34% dei giovani finlandesi ha deciso di rinunciare ai social network.