Il leghista difende la pubblicazione sul Mattino di un estratto del rapporto della Commissione delle petizioni sulla naturalizzazione dell’imam Jelassi. «È oziosa e al limite del surreale»
LUGANO - Non si placa il battibecco tra Ghisletta e Quadri attorno alla naturalizzazione dell'imam di Viganello. Al leghista non è infatti piaciuta l’interrogazione presentata da Raoul Ghisletta, e sottoscritta da altri consiglieri comunali, sulla pubblicazione sul Mattino della domenica di parte del rapporto della Commissione delle petizioni di Lugano che chiedeva al Consiglio comunale di approvare la naturalizzazione di Radouan Jelassi. Tanto che Quadri ha deciso di prendere posizione con una risposta pubblica.
«È un’interpellanza ad personam, oziosa e al limite del surreale» scrive. Ghisletta criticava in particolare il tono «denigratorio» e «a fini elettoralistici» dell’articolo apparso sul domenicale, con il quale è stata attaccata «la Commissione delle petizioni per aver firmato il rapporto positivo concernente il messaggio municipale favorevole alla naturalizzazione del signor Jelassi». Inoltre, il rapporto è stato definito «un documento riservato, soggetto a protezione dei dati e non divulgabile pubblicamente».
Quadri risponde di non avere pubblicato «nessun dato sensibile» e rivendica la protezione della fonte che gli avrebbe trasmesso il rapporto, così come «le scelte editoriali» del Mattino. Ma passa anche al contrattacco: «Se l’essere stato relatore del rapporto favorevole alla concessione dell’attinenza comunale all’imam di Viganello adesso è diventato, per Ghisletta e per il PS, fonte di “imbarazz, tremend imbarazz”, il problema è solo suo/loro».
Nell’interrogazione all’Esecutivo cittadino Ghisletta e cofirmatari domandano inoltre se sia «politicamente corretto e giusto che Lorenzo Quadri, visto il suo modo di denigrare gli stranieri, il lavoro della Commissione delle petizioni e chi favorisce l’integrazione degli stranieri presenti a Lugano, conservi ancora, come se nulla fosse, la direzione politica del Dicastero integrazione e informazione sociale». Gli risponde, e per le rime, direttamente il municipale leghista: «Il dicastero integrazione ed informazione sociale non esiste più da gennaio 2016, come Ghisletta dovrebbe sapere. I suoi compiti sono confluiti nella Divisione sostegno. Per l’ennesima volta, i compagni pretendono che ad occuparsi, in qualsiasi forma, di temi migratori sia solo chi la pensa come loro. Vogliono il monopolio e pretendono di introdurre la dittatura del pensiero unico; eccole qua, l’apertura, la tolleranza e la disponibilità al confronto della sinistra!».