Fiorenzo Dadò e Giorgio Fonio interpellano il Governo sulla vicenda del 42enne italiano che nonostante un ordine di carcerazione pendente ha ricevuto per almeno 10 mesi l'assistenza nel nostro Cantone
BELLINZONA - La vicenda del 42enne italiano che per almeno 10 mesi ha «pacificamente» ricevuto l'assistenza in Ticino quando in Italia era ricercato - rivelata negli scorsi giorni da Tio.ch / 20 minuti - è diventata (anche) un caso politico.
Fiorenzo Dadò e Giorgio Fonio hanno infatti chiesto lumi al Governo - tramite un'interpellanza - su come sia possibile che una persona con vari precedenti penali e un ordine di carcerazione pendente abbia potuto «soggiornare in tutta tranquillità in Ticino». L'uomo, estradato in Italia negli scorsi giorni, nel nostro Cantone aveva pure creato una pseudo azienda che si occupava della compravendita di auto, moto e barche. E tutto questo beneficiando dell'assistenza da novembre 2017 a settembre 2018. «Per ottenere gli aiuti sociali - fanno notare i due deputati del PPD - è necessario essere in possesso di un permesso di soggiorno rilasciato dopo i dovuti controlli».
Quindi, nel caso in questione, qualcosa non ha funzionato a dovere. Per questo motivo Dadò e Fonio chiedono al Governo se «il 42enne fosse effettivamente in possesso di un permesso di soggiorno e di quale tipo fosse». I due deputati poi domandano se vi erano state delle «segnalazioni al Dipartimento delle istituzioni» quando il 42enne aveva fatto richiesta per ottenere gli aiuti sociali e «quali uffici erano stati coinvolti nelle varie procedure e quali controlli incrociati erano stati fatti».
Infine Dadò e Fonio domandano - riferendosi a questo e ad altri casi del passato - se il Governo non «ritenga opportuna una revisione delle procedure» e se non intenda «reintrodurre il certificato dei carichi pendenti per il rilascio o il rinnovo dei permessi B e G», che era stato tolto nel 2015.