Lorenzo Quadri chiede al Consiglio federale se abbia intenzione di non adeguarsi alle disposizioni europee
BERNA - Le istituzioni europee avrebbero trovato un accordo sul versamento della disoccupazione ai frontalieri. Secondo l’accordo raggiunto, che deve ancora essere approvato da Parlamento europeo e Stati membri, le indennità di disoccupazione le dovrebbe pagare il Paese dove il frontaliere ha lavorato, quindi nel nostro caso la Svizzera, e non quello di residenza, come finora.
Se applicata, questa disposizione avrebbe, come riconosciuto dalla stessa SEM, «conseguenze estremamente pesanti per la Svizzera». A maggior ragione ne avrebbe per il Canton Ticino, dove i frontalieri sono oltre 65'000, vale a dire quasi un terzo dei lavoratori totali. Infatti, se il pagamento delle indennità sarebbe di competenza federale, il potenziamento degli Uffici regionali di
collocamento (URC), con i relativi costi, rimarrebbe invece carico dei Cantoni.
Inoltre, la nuove regola avrebbe quale conseguenza l’iscrizione sistematica dei frontalieri rimasti senza lavoro agli URC (attualmente in pochi lo fanno). Ciò azzererebbe del tutto quella che Lorenzo Quardi considera la “preferenza indigena light”; ovvero, «le disposizioni-farsa che hanno trasformato la preferenza indigena, votata dal popolo e prevista dalla Costituzione, in una sedicente precedenza settoriale delle persone iscritte agli URC. Ma è evidente che, se tutti i disoccupati frontalieri saranno iscritti agli URC, i residenti non disporrebbero più di alcuna “preferenza”, neppure “light”, nei loro confronti».
Per questo, il consigliere nazionale leghista ha deciso di sottoporre una mozione al Consiglio federale per porre le seguenti domande: