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CANTONE«Rey ha subito un massacro mediatico»

12.06.18 - 10:35
Il processo al chirurgo si apre con l’intervento della difesa che chiede il rinvio del dibattimento. E parla di un «medico fantasma». La Corte non ci sta
tipress
«Rey ha subito un massacro mediatico»
Il processo al chirurgo si apre con l’intervento della difesa che chiede il rinvio del dibattimento. E parla di un «medico fantasma». La Corte non ci sta

LUGANO - «Il dottor Rey non si è mai esposto, sino a oggi ha rispettato i principi legali ed etici. Ma ha subito un massacro mediatico». Così l’avvocato Renzo Galfetti, che in apertura del processo alle Correzionali nei confronti del medico chirurgo accusato di lesioni colpose gravi per aver sbagliato un intervento su una paziente, chiede il rinvio del processo «per grave pregiudizio dei diritti della difesa».

Nel suo intervento insiste sulla parità di trattamento del suo assistito, in quanto «da anni si trova davanti a un muro di gomma per l’assunzione di prove a discarico». Si parla in particolare di un rapporto secondo cui, all’epoca dei fatti, la squadra presente nella sala operatoria avrebbe dovuto applicare la procedura del time out, ossia verificare l’identità della paziente prima di effettuare l’intervento chirurgico. Eppure tale procedura, come sottolinea l’avvocato Galfetti, era stata introdotta soltanto in seguito. E quel rapporto era stato firmato anche da un medico che non esiste, «un medico fantasma designato dalla clinica stessa».

«Il procuratore pubblico - conclude l’avvocato Galfetti - ci ha messo quindici mesi a formulare il decretino d’accusa, la Corte ci ha messo comprensibilmente due mesi a respingere le nostre richieste probatorie. Noi dovremmo metterci otto ore per preparare la difesa e acquisire le prove rilevanti?» Il legale chiede quindi più tempo, con l’aggiornamento del dibattimento almeno a settembre.

Ma la Corte ribadisce che le prove proposte «non sono pertinenti e nemmeno rilevanti al fine del giudizio», respingendo la richiesta del rinvio.

Documenti da stralciare - La difesa torna all’attacco, sempre nell’ambito delle questioni pregiudiziali ma stavolta con l’intervento dell’avvocato Tuto Rossi, chiedendo l’esclusione di una serie di documenti dagli atti: sarebbero stati acquisiti irregolarmente, violando il diritto di essere sentito e di essere assistito. E perché degli avvocati avrebbero rappresentato più di una parte processuale. «Questa inchiesta è stata macchiata da gravi irregolarità procedurali, pertanto deve essere ricostruita dalla base» sostiene.

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