Gli operai riuniti oggi a Bellinzona si sono espressi sul rinnovo del Contratto nazionale mantello e chiedono alla politica di intervenire sul mercato del lavoro
BELLINZONA - I lavoratori edili del Canton Ticino, riunitisi oggi in assemblea generale a Bellinzona, si sono espressi in modo chiaro sulle trattative nazionali legate al Contratto nazionale mantello dell’edilizia.
«Stigmatizzando l’atteggiamento aggressivo» delle Società Svizzera Impresari costruttori, hanno espresso «tutta la loro rabbia e la loro preoccupazione» per le proposte padronali che considerano «inaccettabili» e che trasformerebbero un intero settore nel caos generalizzato, penalizzando non solo i lavoratori ma anche le imprese edili radicate sul territorio cantonale.
Il sindacalista dell'Ocst Paolo Locatelli ha dal canto suo voluto precisare che le trattative non stanno decollando per colpa degli impresari stessi, «che vogliono imporre le loro idee calpestando i diritti dei lavoratori».
Oltre ad avanzare alcune pretese richiamando le forze politiche del Cantone «a moltiplicare gli sforzi affinché il mercato del lavoro nella regione possa svilupparsi in modo sano e leale», i sindacati Ocst e Unia hanno ricordato che «le lavoratrici e i lavoratori lavorano per vivere e non vivono per lavorare, aspetto questo non scontato e spesso banalizzato con argomentazioni riguardanti la modernità, la globalizzazione e la necessità di essere disponibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7».