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CANTONEMoglie violentata? «No, era un rapporto dolce e tenero»

18.04.18 - 12:51
Lo sostiene il 45enne a processo alle Criminali. Le versioni a confronto
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Moglie violentata? «No, era un rapporto dolce e tenero»
Lo sostiene il 45enne a processo alle Criminali. Le versioni a confronto

LUGANO - «Si trattò di un rapporto consenziente». È quanto sostiene il 45enne del Locarnese a processo per aver violentato, nel marzo del 2014, la moglie dalla quale allora era separato. Ma la versione fornita dalla vittima, riportata in aula dalla Corte, parla di minacce con un coltello, di porte chiuse a chiave e di violenza fisica. Il tutto in presenza di un figlio minorenne. Ben diverso il racconto dell’uomo, che in corso d’inchiesta ha definito il rapporto come «dolce e tenero», forse «senza penetrazione». Una versione, questa, che il 45enne conferma anche davanti alla Corte, sottolineando che il bambino non avrebbe assistito ai fatti.

Il telefono mancante - Eppure quel giorno del 2014 l’uomo si sarebbe preoccupato quando notò la mancanza di un telefono. E con un coltello da cucina in mano avrebbe raggiunto la moglie in camera, come si legge anche nell’atto d’accusa della procuratrice Valentina Tuoni. Temeva che la donna stesse chiamando la polizia? Il 45enne lo nega, ma è un aspetto su cui cerca di fare chiarezza la Corte. «Se il rapporto fosse stato consenziente, l’assenza del telefono sarebbe stato il suo ultimo pensiero» sottolinea il giudice Marco Villa. La chiamata alla polizia ci fu. E la moglie avrebbe abbandonato l’appartamento passando da una finestra. «Ci fu un litigio dopo una telefonata da parte dei genitori di mia moglie, per questo se ne andò» dice l’imputato.

Il 45enne, difeso dall’avvocato Fiorenzo Cotti, nega inoltre di aver trattenuto la moglie nell’appartamento e di averla minacciata con un coltello.

La pretesa di risarcimento - Marito e moglie si sono rimessi assieme, lo ricordiamo, pochi mesi dopo la scarcerazione del primo. E nonostante l’attuale situazione, in cui i due convivono, la donna in qualità di accusatrice privata chiede un risarcimento per torto morale di 15’000 franchi oltre al rimborso delle spese di patrocinio.

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