Uno striscione apparso all'esterno dello stadio di Cornaredo attacca le misure anti-hooligans annunciate dal consigliere di Stato
LUGANO - È una risposta per le rime, seppur sopra le righe. In puro stile curvaiolo è arrivata la replica luganese alle misure anti-hooligan annunciate la scorsa settimana dal direttore delle Istituzioni Norman Gobbi. Prima i malumori delle società, ora il mal di pancia dei tifosi (o almeno di una parte - anonima - di essi).
Dopo lo striscione esposto sabato allo stadio comunale di Bellinzona, ieri un lenzuolo gemello nei toni - ma stavolta non firmato - campeggiava sulla recinzione all’esterno della curva nord dello stadio di Cornaredo.
Il messaggio è per addetti ai lavori , ma nemmeno tanto criptico: «Il buon esempio viene dallo Stato… Gobbi e l’ululato è il primo che va schedato». L’ululato rimanda al Gobbi "ultras" che sbeffeggiò dagli spalti della Valascia un giocatore di colore del Hcl. Episodio risalente a una decina d’anni fa e mai dimenticato.
In precedenza erano stati i “Boys” dell'Ac Bellinzona a punzecchiare il consigliere di Stato per la sua intenzione di schedare il tifo: «Gobbi, allo stadio col documento? Compriamo i falsi nel tuo dipartimento!». E qui l’allusione è allo scandalo dei permessi dello scorso anno e non ha bisogno di molti sottotitoli.