Un convegno organizzato dalla Città di Lugano è stato teatro di accese discussioni tra economisti e Municipio da una parte, e i negozianti in crisi dall’altra
LUGANO - I commercianti devono imparare la lezione, e cogliere l’opportunità dell’e-commerce. È il succo dell’incontro tenutosi questa sera al Lac a cui hanno partecipato 125 negozianti luganesi, che se ne sono andati più o meno contenti, ma senza le risposte attese dal Municipio.
La buona notizia è che nessuno nega il problema. Le chiusure dei negozi nel centro di Lugano hanno portato, di recente, a una piccola mobilitazione: decine di commercianti si sono riuniti, zona per zona, per elaborare proposte costruttive. La risposta della città è stato un evento in cui, ha sottolineato in esordio il sindaco Marco Borradori davanti a una Sala 1 del Lac gremitissima, l’auspicio era di «un salto di mentalità», per superare «la logica di dire sempre che il Comune dovrebbe fare qualcosa».
Il salto - la reazione dei negozianti lo ha dimostrato - non c’è stato. La platea, composta interamente da commercianti, non ha gradito troppo la lezione degli illustri relatori. Il segretario dell’Associazione svizzera dell’economia immobiliare Alberto Montorfani, il direttore generale di NetCommSuisse Carlo Terreni, Luca Massimiliano Visconti dell’Usi, Emanuele Carpanzano della Supsi si sono susseguiti al microfono sottolineando i vantaggi dell’e-commerce, invitando i negozianti a «guardare oltre» e «sperimentare nuove progettualità».
Interventi a cui i commercianti hanno risposto con testimonianze dirette di «enorme fatica». Il problema è che «la città è vuota»: è il ritornello ripetuto dai negozianti (una ventina) che hanno preso la parola. Non sono mancate interruzioni, applausi e mugugni. «Mi sento male - ha sbottato una negoziante prendendo il microfono - Stiamo lavorando e faticando da anni, e voi non vi rendete conto che la città si è svuotata».
Dalle aperture domenicali e serali ai problemi del Piano Viario - il «grande problema» per i partecipanti - dal caro-affitti alla necessità di puntare più su eventi di grande portata: diverse le proposte concrete messe sul tavolo.
Il sindaco ha garantito la disponibilità ad «aprire un dialogo su diversi tavoli» ricordando che «in passato dei tentativi si sono fatti, ma non sono andati a buon fine». Le premesse, anche questa volta, non sembrano delle migliori.