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BELLINZONA"Bellarena cola a picco e io ve l'avevo detto"

11.11.10 - 09:35
Questione stadio: si va verso il restauro del Comunale? Il consigliere comunale e coordinatore dei Verdi ticinesi Sergio Savoia: "Bene. Il Ticino ha bisogno di progetti fattibili".
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"Bellarena cola a picco e io ve l'avevo detto"
Questione stadio: si va verso il restauro del Comunale? Il consigliere comunale e coordinatore dei Verdi ticinesi Sergio Savoia: "Bene. Il Ticino ha bisogno di progetti fattibili".

BELLINZONA – Resta l’ipotesi Castione. Forse. Altrimenti il progetto Bellarena sfumerà definitivamente. Sergio Savoia, consigliere comunale a Bellinzona e coordinatore dei Verdi ticinesi, non ha mai creduto nello stadio moderno con centri commerciali annessi. E quando il Municipio della capitale, qualche giorno fa, ha rispolverato il cosiddetto ‘piano B’, che consiste nel restauro del Comunale, è scoppiato a ridere: “Indovinate un po’ chi l’aveva proposta questa cosa un paio d’anni fa? Questo avrebbe dovuto essere il ‘piano A’. L’unico che teneva davvero conto della realtà ticinese”.

Sui progetti di via Tatti e di Castione, a dire il vero, il sipario non è ancora calato definitivamente. Sta recitando il ‘De profundis’ in anticipo, o sbaglio?
"Il sipario calerà presto. In via Tatti lo stadio serviva come pretesto per aprire la zona ai centri commerciali. Ma ci sono evidenti problemi legati al piano direttore che non prevede simili strutture in quel luogo. A Castione, invece, si voleva fare uno stadio solo per evitare che sorgesse in via Tatti. Questioni legate alla concorrenza tra centri commerciali. Adesso che l’ipotesi in via Tatti sta sfumando, accadrà altrettanto per quella di Castione".  

I tempi imposti dalla lega calcio si stanno accorciando. Per marzo 2011 serve un progetto concreto. Altrimenti niente più serie A per il Bellinzona…
"Appunto. Adesso bisogna puntare sul pragmatismo. Abbiamo davanti a noi l’esempio di San Gallo. Stadio super moderno e club, fino a poco tempo fa, a rischio fallimento. E la società che lo ha costruito è la stessa che avrebbe voluto costruire in via Tatti. Non dimentichiamoci mai che certi passi falsi poi alla fine finiscono per pesare sulle spalle dei contribuenti. Dei cittadini".

Come potrebbe essere il nuovo Comunale?
"Uno stadio di dimensioni medio-piccole. Moderno e accogliente. Ma non un San Giacomo o uno Stade de Suisse. A Basilea, a Berna, a  Zurigo, hanno altri numeri. A Bellinzona più di 6.000 spettatori a partita li avremo molto di rado. Dobbiamo esserne consapevoli. Costerà. Certo che costerà. Ma non sarà una spesa così folle e fuori luogo come quella per Bellarena. Lo stadio, tra l’altro, resterebbe della Città. Il Ticino ha bisogno di progetti realistici, rispettosi dell’ambiente e che creino consenso. Credo che adesso il Municipio di Bellinzona abbia maturato questa consapevolezza. Anche perché finora ha perso un sacco di tempo".

Pure a Lugano si parla di nuovo stadio. Non si poteva collaborare?
"La logica dice così. La realtà, tuttavia, è un’altra. Penso però che anche Lugano dovrebbe pensare a una soluzione come quella che si sta profilando a Bellinzona. Cioè restaurare Cornaredo. Anche a Lugano il pubblico è poco. A cosa serve uno stadio polifunzionale da 20.000 posti? Non è mia intenzione suggerire ai luganesi cosa debbano fare. Ma non perché hanno più soldi li devono buttare dalla finestra".
 

p.m.

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