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BERNASvizzeri all'estero, "ci vuole una legge tutta per loro"

17.03.14 - 19:25
A sostenerlo è il consigliere agli Stati ticinese Filippo Lombardi che ha presentato un'iniziativa parlamentare in cui si chiede una unica legge per gli espatriati
Foto d'archivio (Keytone)
Svizzeri all'estero, "ci vuole una legge tutta per loro"
A sostenerlo è il consigliere agli Stati ticinese Filippo Lombardi che ha presentato un'iniziativa parlamentare in cui si chiede una unica legge per gli espatriati

BERNA - Gli oltre 730 mila espatriati devono poter far capo a un'unica legge che permetta loro di avere una visione globale dei rispettivi diritti e doveri. Ne è convinto il Consiglio degli Stati che ha approvato oggi (35 voti e 1 astenuto) la legge sugli Svizzeri all'estero frutto di un'iniziativa parlamentare del "senatore" Filippo Lombardi (PPD/TI). Il dossier va al Nazionale.

Il Dipartimento federale degli affari esteri dovrebbe diventare l'interlocutore centrale degli svizzeri all'estero. La nuova legge disciplina il sostegno che viene loro concesso, i diritti politici, l'aiuto sociale che può essere accordato.

Come indicato dal relatore Filippo Lombardi, "la norma include tutta una serie di disposizioni legali ora sparpagliate, permettendo agli espatriati una visione globale di quanto possono attendersi dalla Confederazione e dei rispettivi doveri verso di essa".

"Si tratta di un vademecum - ha aggiunto Peter Föhn - che non istituisce nuovi obblighi per la Confederazione ma insiste, giustamente, sulla responsabilità individuale".

Rispetto ai desideri della maggioranza della commissione delle istituzioni politiche, gli Stati non hanno tuttavia voluto (19 voti a 15) inserire nella legge, soprattutto per motivi formali, la trasmissione dell'istruzione svizzera all'estero, giudicando che tale oggetto debba essere tenuto separato.

La legge sulle scuole svizzere all'estero, trattata ancora durante questa sessione, dovrà infatti ancora essere approvata in votazione finale venerdì prossimo, ultimo giorno di sessione, ha fatto notare Géraldine Savary (PS/VD), aggiungendo che non sarebbe giudizioso inserire nella futura normativa disposizioni non ancora suggellate definitivamente dal parlamento.

La maggioranza della Camera dei cantoni ha poi voluto mantenere (22 voti a 14), l'obbligo per gli espatriati di presentarsi in una rappresentanza elvetica per farsi iscrivere nel registro degli Svizzeri all'estero, iscrizione da cui dipende anche la possibilità di esercitare il diritto di voto.

Il ministro degli esteri Didier Burkhalter, sostenuto da una minoranza, avrebbe voluto una versione della legge meno vincolante, più vicina al principio della responsabilità individuale - e quindi della libertà come indicato da Peter Föhn (UDC/SZ) - che innerva tutta la legge.

Per Lombardi, invece, l'obbligo di iscriversi - in vigore attualmente - è anche un modo per legare gli espatriati al loro paese di origine, impedendo così che spariscano semplicemente con tutti i problemi pratici che ciò potrebbe comportare (maggior dispendio burocratico per determinare la nazionalità qualora l'espatriato avesse bisogno di sostegno da parte della Confederazione), specie in caso di catastrofi.

La maggioranza del plenum (26 voti a 9) si è anche espressa per iscrivere nero su bianco la possibilità del voto elettronico tra i mezzi offerti agli Svizzeri all'estero per esercitare i diritti politici.

Una minoranza, rappresentata dal "senatore" Stefan Engler (PPD/GR), temeva che una simile menzione comportasse l'obbligo per i cantoni di offrire ai propri cittadini espatriati simile possibilità, creando anche una disparità con gli elettori rimasti nel cantone. Il consigliere federale Didier Burkhalter ha fugato tali apprensioni, dicendo che il Consiglio federale si limita a favorire l'uso dell'e-voting (sistema già usato sotto forma di test in vari cantoni).

Per un voto risicato, 18 a 17, il Consiglio degli Stati ha poi deciso di stralciare, tra le associazioni che difendono gli interessi degli espatriati e alle quali la Confederazione può concedere un sostegno finanziario, il Consiglio degli Svizzeri all'estero, emanazione dell'Organizzazione degli Svizzeri all'estero.

Il progetto discusso oggi regola i servizi consolari a disposizione di tutti gli Svizzeri e istituisce una base legale anche per l'assistenza della Confederazione alle vittime di rapimenti e di prese d'ostaggi. Nelle disposizioni è chiaramente indicato che non sussiste alcun diritto alla protezione consolare.

ats

 

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