
BERNA - La “lista degli oggetti in sospeso da trattare con lo Stato italiano” ha un nuovo argomento. O perlomeno, è quanto chiede una mozione presentata da Roberta Pantani. Il Consiglio federale dovrebbe «adoperarsi affinché venga posto un rimedio in tempi brevi» alla presenza della Svizzera sulla black list italiana riguardante la fiscalità delle persone fisiche.
La consigliera nazionale leghista ritiene che la situazione sia «assurda» in quanto è entrato in vigore il Protocollo che nel 2015 ha modificato la Convenzione contro la doppia imposizione.
La presenza della Svizzera nella blacklist «non consiste unicamente in un aumento dell’onere amministrativo per i diretti interessati ma rappresenta anche per le banche e le imprese che operano sul territorio svizzero, in particolare su quello ticinese, uno svantaggio competitivo». Infine «il rischio dell’onere della prova si estende anche a tutti quei casi legati alle rogatorie italiane, dunque potenzialmente anche a molti consulenti bancari».
Basta fare la voce grossa con i nostri vicini e dar loro un ultimatum. I nostri vicini sono lo zimbello d’europa, in un paese purtroppo in caduta libera in tutte le classifiche internazionali. Come si può pensare di intavolare una discussione con degli elementi cosi? Quando i nostri politici inizieranno a capire che sono loro ad aver bisogno di noi e non il contrario, le trattative volgerebbero velocemente al termine...