Il direttore della Segreteria di Stato dell'economia commenta i dati diffusi oggi: «Il 2.1% dovrebbe rappresentare il punto più basso. Il tasso nel 2019 non dovrebbe comunque superare il 2.4%»
BERNA - La disoccupazione è attualmente ai minimi e tornerà a salire, ma per motivi puramente di calendario, legati alla fine dei periodi di formazione: lo ha affermato Boris Zürcher, direttore della divisione lavoro presso la Segreteria di Stato dell'economia (SECO), commentando i dati diffusi oggi dai suoi funzionari.
L'attuale aumento dei senza lavoro (in luglio 97'578 persone, 0,4% in più di giugno, ma tasso rimasto fermo al 2,1%) «non è molto pronunciato ed è al di sotto delle nostre aspettative», ha affermato Zürcher in una conferenza telefonica. A sua avviso la ripresa del mercato del lavoro prosegue, ma rallenta un po'.
Il livello più basso della disoccupazione dovrebbe essere raggiunto: ora è attesa una crescita, ma non a causa della congiuntura, bensì per effetto stagionale. Tradizionalmente sino a metà anno l'attività aumenta nella costruzione e nel settore alberghiero e della ristorazione, mentre con la fine dell'estate i numeri dei senza lavoro tornano a salire a causa di coloro che hanno finito la formazione e sono in cerca di impiego.
La SECO si aspetta peraltro un rallentamento congiunturale: quest'anno il prodotto interno lordo dovrebbe salire dell'1,2%, la metà di quanto registrato nel 2018. L'anno scorso la crescita è però stata superiore alla media, sottolinea Zürcher. «Parliamo pertanto di una normalizzazione». La disoccupazione rimarrà bassa: per l'intero 2019 la Segreteria di Stato dell'economia scommette che si attesti al 2,4%.
Secondo Zürcher il fatto che le prospettive sul mercato del lavoro rimangano buone è testimoniato dal dato sui posti vacanti segnalati agli uffici di collocamento, aumentato in luglio del 3% a 38'236. Tuttavia circa due terzi di questi impieghi erano soggetti all'obbligo di segnalazione introdotto un anno fa per professioni con un tasso di disoccupazione di almeno l'8%.
L'esperto sottolinea peraltro che anche se la situazione economica dovesse peggiorare ulteriormente il mercato del lavoro ne risentirebbe solo in una fase avanzata: a causa dei termini di disdetta dei contratti di impiego gli aumenti della disoccupazione vengono rilevati solo con ritardi di uno, due o a volte anche tre trimestri.