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SVIZZERAOmicidio Lucie, la madre: "è come se fossi morta anch'io"

28.02.12 - 18:58
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Omicidio Lucie, la madre: "è come se fossi morta anch'io"

UNTERSIGGENTHAL - A quasi tre anni dai fatti, si è aperto stamani a Untersiggenthal (AG) il processo contro l'omicida di Lucie, la ragazza alla pari di 16 anni uccisa a Rieden (AG). In aula l'imputato 28enne ha definito l'uccisione un atto "bestiale e terribile". Come già annunciato lo scorso agosto, il procuratore pubblico ha chiesto l'ergastolo per assassinio e l'internamento a vita del giovane reo confesso.

L'accusato viene giudicato dal Tribunale distrettuale di Baden (AG). In seguito al grande interesse le udienze si tengono però nella sala comunale di Untersiggenthal. Il caso aveva scosso la Svizzera: il 4 marzo del 2009, dopo aver acquistato e consumato della cocaina, l'accusato aveva incontrato Lucie, che non conosceva, alla stazione centrale di Zurigo. Le aveva proposto di posare come modella per delle riprese fotografiche, promettendole un compenso di 500 franchi.

La 16enne friburghese, ospitata quale ragazza alla pari da una famiglia a Pfäffikon (SZ), lo seguì nel suo appartamento a Rieden, vicino a Baden. Quando la 16enne si accorse che le riprese erano solo un inganno, il giovane cercò di buttarla fuori dall'appartamento. Ma Lucie rientrò per parlargli. Quindi egli la colpì con un manubrio per il sollevamento pesi; vedendo che viveva ancora prese un coltello e la sgozzò.

In aula il giovane ha descritto l'omicidio in maniera calma e oggettiva. Non ha però saputo spiegare numerosi dettagli dell'omicidio. Ad esempio perché abbia colpito tanto forte il capo di Lucie o perché sul cadavere della ragazza fossero state rinvenute tracce di sperma e di urina. "Mi dispiace con tutto il cuore. Penso quasi ogni sera a quanto successo", ha dichiarato il 28enne. Egli ha anche affermato di non voler essere internato; vuole diventare "una persona migliore" e auspica una misura terapeutica stazionaria.

Ma il procuratore pubblico Dominik Aufdenblatten ha ribadito la sua richiesta di ergastolo e internamento a vita dell'imputato. "Un'esecuzione più violenta e brutale di un omicidio" è quasi impensabile, ha affermato. Inoltre l'accusato sapeva che poteva diventare pericoloso consumando grandi quantità di alcol e cocaina. Nel 2004 egli era stato condannato a scontare quattro anni in un centro di rieducazione al lavoro per tentato omicidio intenzionale di una conoscente, picchiata brutalmente.

In aula i due periti hanno indicato che il rischio di recidiva è elevato ma che in linea di principio una futura terapia è possibile, tuttavia è difficile dire se essa porterà i suoi frutti sul lungo periodo. Le dichiarazioni dell'accusato reo confesso non sono comprensibili a livello psicologico, ha spiegato l'ex primario della clinica di psichiatria forense dell'Università di Basilea. L'imputato è intelligente e ha una lunga esperienza nei rapporti con psichiatri, e il suo passato dimostra che è in grado di manipolare le persone.

Dittmann e il secondo perito, Thomas Knecht della clinica di Münsterlingen (TG) ritengono che vi sia stato anche un motivo sessuale, cosa che l'omicida ha però negato. Knecht ha riscontrato nel giovane un "disturbo narcisistico dissociale della personalità". I due esperti non si sono espressi esplicitamente a favore di un internamento a vita.

Nel primo pomeriggio hanno preso la parola anche i genitori della vittima. Si è trattato di "giorni orribili", ha dichiarato il padre piangendo, mentre la madre ha affermato che con la notizia del decesso della figlia "è come se fossi morta anch'io".

Domani il processo proseguirà con l'arringa della difesa e la lettura della sentenza. Se la corte dovesse decidere l'internamento a vita per il 28enne si tratterebbe appena del secondo caso a livello nazionale dall'approvazione della relativa iniziativa nel 2004, dopo la condanna in questo senso emessa dal tribunale distrettuale di Weinfelden (TG) nell'ottobre del 2010 nei confronti di un uomo che aveva ucciso una prostituta.

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