Centinaia di persone in difficoltà per accedere o uscire dalla grande festa per i 75 anni dello scalo elvetico
ZURIGO - Migliaia di persone si sono radunate per i 75 anni dell'aeroporto di Zurigo-Kloten. Ma seppur lo scalo dovrebbe essere abituato a gestire grandi folle, alcuni visitatori - come riferisce 20 Minuten - hanno segnalato di essere rimasti bloccati tra la folla, di aver dovuto fare lunghe code per mangiare, per entrare o per uscire dall'evento e che un’ambulanza il cui intervento era stato richiesto per un malore, è rimasta bloccata tra le persone.
I disagi sono cominciati subito dopo lo spettacolo in volo della Patrouille Suisse. Centinaia di persone, dopo un pomeriggio sotto il sole, hanno deciso che era il momento di andare via. Così, si sono formate delle code all'uscita dell'evento, altrettanto lunghe di quelle all'entrata - un cartello segnalava già questa mattina tempi di attesa pari a 120 minuti. A testimoniare il disagio, dagli altoparlanti è stato diramato un avviso per cui «dato l'elevato numero di visitatori, l'uscita dal festival verrà scaglionata per motivi di sicurezza».
Un lettore di 20Minuten si è lamentato della situazione: «Uscire è piuttosto difficile. Un'ambulanza è addirittura rimasta bloccata tra la folla. L'aeroporto dovrebbe essere in grado di gestire così tante persone, questa situazione è davvero notevole. Molte persone sono sconvolte. Tanti fischiano agli operatori». Un giornalista della stessa testata d'Oltralpe riferisce di «visitatori arrabbiati che sfogano il loro disappunto sulla polizia e sul personale di sicurezza». Alcuni sono addirittura arrivati a sfondare le barriere, ma sono subito stati spostati dalla polizia.
Una famiglia racconta invece di essere rimasta bloccata per tre ore sotto il sole. «È stato davvero pericoloso per i nostri figli. Diverse persone hanno avuto dei mancamenti». Una donna anziana, per esempio, ha perso i sensi.
In generale i visitatori lamentano la scemata «festosità» dell'evento che in poche ore si è «trasformato in un incubo». «Non voglio nemmeno immaginare cosa potrebbe accadere qui se scoppiasse un panico di massa».