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ZURIGOBlitz alla moschea, a Winterthur si tira un sospiro di sollievo

02.11.16 - 16:09
Accolta con soddisfazione la notizia della retata al luogo di culto islamico, dove un imam etiope avrebbe invitato ad uccidere quei musulmani che si rifiutano di partecipare alle preghiere in moschea
Blitz alla moschea, a Winterthur si tira un sospiro di sollievo
Accolta con soddisfazione la notizia della retata al luogo di culto islamico, dove un imam etiope avrebbe invitato ad uccidere quei musulmani che si rifiutano di partecipare alle preghiere in moschea

ZURIGO - La polizia è intervenuta questa mattina all'alba nella moschea An'Nur di Winterthur (ZH) ed ha arrestato un imam etiope sospettato di aver incitato ad uccidere e denunciare i musulmani non praticanti. Fermate anche altre tre persone.

Il blitz nella moschea, situata in un immobile commerciale del quartiere Hegi, alla periferia della città, è scattato verso le 4.00, prima della preghiera del mattino.

Al suo interno è stato trovato un "presunto imam etiope" che in un sermone tenuto lo scorso 21 ottobre avrebbe invitato i fedeli ad uccidere quei musulmani che si rifiutano di partecipare alle preghiere comuni nella moschea.

"L'uomo ha inoltre esortato i presenti a fare i nomi dei musulmani che non rispettano le regole", ha dichiarato Corinne Bouvard, portavoce del Ministero pubblico generale del canton Zurigo, ai giornalisti arrivati sul posto.

Nei sui confronti è stato aperto un procedimento penale per pubblica istigazione a un crimine o alla violenza. Nel corso della medesima operazione sono state perquisite anche le abitazioni di altre tre persone legate alla moschea An'Nur, che sono state a loro volta fermate.

Anche queste persone risultano indagate, ma la loro posizione "non è ancora chiarita", ha detto la portavoce. La procuratrice titolare dell'inchiesta deciderà domani se chiedere la detenzione preventiva per le quattro persone fermate.

L'operazione, coordinata dalla Procura regionale di Winterthur/Unterland, è stata condotta dalla polizia cantonale insieme alla polizia municipale di Winterthur. Secondo testimonianze riportate dai media online, la zona era da giorni sorvegliata dalle forze dell'ordine.

Oltre all'imam, gli agenti hanno trovato altre quattro persone che dormivano all'interno della moschea: si tratta di algerini e tunisini fra i 23 e i 35 anni che hanno violato la legge sugli stranieri, ha detto la Bouvard. Uno di loro si è rifiutato di rivelare la sua provenienza.

La moschea An'Nur (in arabo "la luce") è più volte finita sotto i riflettori della cronaca come luogo di radicalizzazione di giovani andati a combattere nei ranghi dell'Isis. Secondo varie fonti, sarebbero almeno cinque i ragazzi finora partiti dalla città zurighese verso la Siria per la jihad, la guerra santa islamica.

La settimana scorsa si era appreso che la moschea dovrà chiudere i battenti a fine anno, perché la società immobiliare proprietaria dell'immobile ha deciso di non rinnovare il contratto d'affitto.

Le autorità di Winterthur hanno accolto con soddisfazione la notizia della retata. La città fa tutto il possibile per per combattere ogni forma di radicalizzazione e di estremismo. All'inizio di ottobre - ricorda l'esecutivo cittadino in una nota - è entrato in funzione un apposito centro di prevenzione che dipende dal Dicastero dell'educazione.

I responsabili dell'associazione An'Nur oggi non erano rintracciabili per una presa di posizione.

A quanto si è appreso, non è possibile ordinare una chiusura immediata del luogo di culto islamico. La polizia ha tuttavia constatato che all'interno della moschea si continua a cucinare, contravvenendo a una serie di norme relative alla sicurezza alimentare e contro gli incendi. È sul rispetto di queste norme che le autorità potrebbero intervenire, qualora il luogo di culto non dovesse chiudere alla fine dell'anno.

ats 

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