Cerca e trova immobili

ARGOVIARupperswil, un piano diabolico

13.05.16 - 16:59
Una strage premeditata dal 33enne, che ha costretto la madre a legare i figli e l'amica di un figlio e poi ad andare a prelevare il denaro. Al suo ritorno l'abuso al figlio 13enne e la mattanza
Rupperswil, un piano diabolico
Una strage premeditata dal 33enne, che ha costretto la madre a legare i figli e l'amica di un figlio e poi ad andare a prelevare il denaro. Al suo ritorno l'abuso al figlio 13enne e la mattanza

AARAU - Forse oggi, neppure la notizia dell'arresto del 33enne che lo scorso 21 dicembre ha ucciso barbaramente sua figlia e i suoi due nipoti, è riuscita a lenire, neppur leggerissimamente, il suo dolore.

Il padre di Carla Schauer, 48enne sgozzata dal 33enne che ha sterminato quattro persone e poi ha dato fuoco all'abitazione per far disperdere le tracce, aveva reso pubblico il suo dolore sul Blick.

Oggi la polizia cantonale argoviese, in una conferenza stampa convocata alle 15.00, ha dato la notizia che in tanti attendevano. Il presunto pluriomicida è stato fermato.

Si tratta di un 33enne di Rupperswil. Studente, celibe, svizzero senza origini straniere. E incensurato. Il suo arresto è avvenuto ieri ed ora si trova in detenzione preventiva su ordine del ministero pubblico di Lenzburg-Aarau.

L'uomo ha ammesso di essere l'autore della strage, che ha provocato la morte di Claudia Scharer, 48 anni, dei suoi figli di 13 e 19 anni e l'amica 21enne di quest'ultimo.

Nel confronto delle impronte digitali rilevate, gli inquirenti hanno potuto constatare che quelle del 33enne corrispondevano con le tracce lasciate all'interno della casa.

Dalle indagini finora svolte, a compiere il pluriomicidio è stato unicamente il 33enne. Uomo che già di primo mattino avrebbe tenuto d'occhio l'abitazione della famiglia Schauer e atteso che il compagno uscisse di casa per entrare in azione.

Con uno stratagemma è riuscito ad entrare nella casa e a sottomettere al suo volere le quattro persone presenti e a portare a termine la strage.

Come? Ha minacciato di fare del male al figlio più giovane della donna, il 13enne. Così facendo è riuscito a convincere e ha costretto Carla Schauer a legare e imbavagliare il figlio maggiore e la sua ragazza. Anche il figlio minore, il 13enne è stato immobilizzato. Una volta reso innocui i figli e la ragazza, il 33enne ha ordinato alla 48enne di andare a prelevare del denaro. La donna, naturalmente intimorita per la sorte dei suoi figli, ha obbedito. Si è recata a Rupperswil e alla filiale della Banca cantonale di Argovia a Wildegg, dove ha prelevato circa 1.000 euro e 10.000 franchi.

Carla Schauer, una volta tornata a casa, ha consegnato il denaro al 33enne. Una volta ottenuto il bottino, ha legato e immobilizzato anche la donna.

Il pluriomicidio era stato premeditato sin dall'inizio. Prima di infierire sulle vittime e ucciderle, tagliando loro la gola, ha abusato sessualmente del figlio più giovane della donna, il 13enne.

Dagli elementi raccolti in sede d'indagine e dalla perquisizione effettuata, la polizia cantonale e il ministero pubblico argoviese ritengono verosimile che il 33enne di Rupperswil avesse pianificato altri delitti simili a quello compiuto il 21 dicembre scorso. Grazie all'arresto avvenuto ieri si è potuto scongiurare questo pericolo.

Secondo quanto ha precisato la procuratrice responsabile, l'uomo aveva pianificato fin dall'inizio di uccidere le sue vittime e di incendiare l'abitazione. Tutto fa inoltre pensare che il 33enne controllasse da tempo il figlio 13enne. È comunque troppo presto per parlare di movente pedofilo, ha precisato la procuratrice. In base ai primi accertamenti, l'uomo arrestato non soffre di turbe psichiche.

Gli inquirenti non hanno fornito maggiori particolari sull'identità del presunto pluriomicida, limitandosi a dire che si tratta di uno svizzero celibe e "senza retroterra migratorio".

A quasi cinque mesi dai fatti quello che è considerato "il più grave crimine degli ultimi decenni" sembra quindi risolto. Per far luce sulla vicenda le autorità argoviesi hanno creato una speciale commissione di 40 persone.

In febbraio il Cantone aveva inoltre offerto una ricompensa di 100'000 franchi - la più alta somma mai fissata in Svizzera - a chi fosse stato in grado di fornire indizi decisivi. A quanto si è appreso, nessuno riceverà la ricompensa. La svolta definitiva dell'inchiesta è infatti avvenuta sulla base delle osservazioni degli inquirenti. L'arresto è avvenuto sul suolo pubblico dopo una fase di osservazione durata 72 ore, ha precisato il procuratore generale.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE