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SVIZZERA«L'interesse di mora resti al 5%»

19.01.24 - 16:43
Secondo la Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale non va adeguato ai tassi di mercato.
Ti-Press (archivio)
Fonte ats
«L'interesse di mora resti al 5%»
Secondo la Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale non va adeguato ai tassi di mercato.

BERNA - L'interesse di mora della Confederazione fissato al 5% non va adeguato ai tassi di mercato.

Dopo il "no" del Consiglio degli Stati in dicembre a un'iniziativa parlamentare di Fabio Regazzi, la Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale (CAG-N) raccomanda per 15 voti a 8 al plenum di non confermare una prima decisione favorevole al cambiamento di sistema.

Stando alla CAG-N, indica una nota odierna dei servizi parlamentari, l'attuale sistema del tasso d'interesse fisso si è tutto sommato dimostrato efficace; per la sua chiarezza e la sua semplicità presenta numerosi vantaggi nelle transazioni commerciali. Per una minoranza, invece, l'interesse di mora non deve avere un carattere penalizzante.

Il 27 di settembre scorso, il Consiglio nazionale aveva approvato, con 106 voti a 57 e 6 astenuti, una modifica del Codice delle obbligazioni che sostituisce l'interesse moratorio attualmente con uno calcolato in modo variabile in base al Saron (Swiss Average Rate Overnight). La maggiorazione massima rispetto all'interesse di mercato dovrebbe essere di due punti percentuali.

Nel dicembre scorso, anche se con soli tre voti di scarto (20 a 17 e 6 astenuti), la camera dei Cantoni non era invece entrata nel merito sul progetto. In aula, Regazzi aveva fatto notare che il tasso attuale, ben superiore ai tassi di mercato, rappresenta un ulteriore onere finanziario per molte aziende, in particolare per quelle la cui situazione è già critica. Vi è poi il pericolo che tale costo - dovuto a un tasso definito "punitivo" - venga ribaltato sui consumatori.

Nel suo intervento, la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider aveva sostenuto che il cambiamento di sistema proposto non sarebbe così semplice e richiederebbe in ogni caso ulteriore carico amministrativo, proprio ciò che hanno denunciato gli ambienti economici e la maggioranza dei Cantoni contrari all'iniziativa.

A causa della decisione degli Stati, la CAG-N è stata costretta a riesaminare il progetto, decidendo questa volta di raccomandarne la bocciatura. La palla è ora in mano al plenum che dovrebbe esprimersi in marzo. Dovesse seguire l'opinione della sua commissione, il progetto verrebbe archiviato.

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