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LUCERNAUccise con 15 coltellate la moglie, condannato a 20 anni

29.08.19 - 12:20
I fatti risalgono al 12 novembre 2016 e avvennero davanti a un ristorante di Littau
Ti Press (archivio)
Uccise con 15 coltellate la moglie, condannato a 20 anni
I fatti risalgono al 12 novembre 2016 e avvennero davanti a un ristorante di Littau

LUCERNA - Vent'anni di reclusione: è la pena inflitta a un 60enne portoghese che il 12 novembre 2016 uccise a coltellate in strada la moglie e madre dei suoi due figli. Il tribunale criminale di Lucerna lo ha riconosciuto colpevole di assassinio.

L'omicidio era avvenuto in pieno a giorno davanti a un ristorante di Littau, un tempo comune a sé stante e ora parte di Lucerna. Nella sentenza pubblicata oggi la corte parla di un atto estremamente brutale: l'uomo aveva colpito con un coltello la coniuge per 15 volte. La 51enne aveva anche tentato di fuggire, ma l'aggressore l'aveva inseguita tenacemente e si era accanito sulla vittima anche quando questa era già al suolo: ha agito quindi con una modalità particolarmente perversa, configurando pertanto il reato di assassinio, il più grave tipo di omicidio.

Secondo i giudici l'atto non è stato premeditato a lungo, ma non si è trattato nemmeno di un'azione impulsiva. La relazione matrimoniale era caratterizzata da violenze e costellata da minacce di morte: la situazione si era poi ulteriormente aggravata alcuni giorni prima dell'omicidio, quando la donna se ne era andata di casa.

Un indizio del fatto che l'uomo, contrariamente alle sue dichiarazioni, volesse uccidere la moglie, è rappresentato dal fatto che si era recato a piedi all'appartamento della figlia, dove aveva trovato rifugio la coniuge, con un coltello in tasca. Aveva poi bevuto un caffè con lei, poi in strada avevano litigato e la situazione è precipitata. L'imputato sostiene di essere uscito di casa per andare alla Migros: ma «per fare compere non serve certamente un coltello», ha osservato una giudice.

Per la corte la colpa dell'accusato è grave: ha ucciso per futili motivi, spinto da un movente costituito da un mix fra vendetta, orgoglio ferito, rabbia e infondata gelosia, tutto questo perché la moglie non voleva più sottomettersi e aveva osato lasciarlo. L'uomo non ha mostrato né ravvedimento né rimorso. La sua propensione alla violenza è dimostrata anche dalle testimonianze dei figli e dagli interventi effettuati dalla polizia al domicilio coniugale.

Fra il processo e la sentenza sono trascorsi quattro mesi: questo perché il tribunale ha chiesto una nuova perizia, dopo che l'imputato ha detto di non riuscire più a ricordarsi del delitto a causa dei medicamenti che prende. Secondo il perito il portoghese assume però i medicinali ormai da anni e ha sviluppato una tolleranza, tanto più che le dosi in questione non sono eccessivamente elevate. Anche il comportamento prima e dopo la mortale aggressione parla a favore della sua piena capacità di intendere e volere.

La corte ha quindi seguito in larga misura la richiesta del procuratore, che si è battuto per la qualifica del reato come assassinio, per il carcere a vita e per l'espulsione di 15 anni dal paese. La difesa sosteneva invece che l'imputato non avesse premeditato il gesto e che fosse particolarmente sensibile al carcere: auspicava quindi una pena di dieci anni per omicidio intenzionale e l'espulsione per otto anni.

Il condannato dovrà versare ai figli - un maschio e una femmina - 50'000 franchi a ciascuno quale indennità di torto morale: ma i soldi - ha sottolineato la stessa corte - non potranno mai compensare il dolore loro inflitto. Nello stesso ambito finanziario sono inoltre previsti risarcimenti danni. La sentenza può ancora essere oggetto di ricorso.

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