A seconda dell'età il trasporto presenta diversi livelli di rischio. Lo conferma un nuovo studio dell'upi
BERNA - L’interazione tra conducente e passeggero, soprattutto quando entrambi sono di sesso maschile, può essere fonte di pericoli alla guida. È quanto rivela un nuovo studio realizzato dall’Ufficio prevenzione infortuni (upi) sull’influsso dei passeggeri sugli automobilisti.
Guida pericolosa tra coetanei - La situazione potenzialmente più rischiosa riguarda in particolare i giovani maschi al volante che trasportano coetanei del medesimo sesso. In questi casi - rivela l’upi - i conducenti tendono infatti ad uno stile di guida più rischioso. Il medesimo effetto, anche se in misura minore, è stato constatato anche nel caso di giovani conducenti e passeggere di sesso femminile.
L’effetto positivo degli “anziani” - Al contrario, le passeggere esercitano un influsso positivo sui ragazzi al volante, che in tal caso adottano tendenzialmente uno stile di guida più prudente. Lo stesso avviene quando i giovani automobilisti sono accompagnati da passeggeri adulti più anziani, la cui influenza tende a riflettersi positivamente sulla guida.
La presenza di un passeggero può essere però anche il sinonimo di distrazione. Se da un lato infatti i conducenti accompagnati sono meno inclini a lasciarsi distrarre dal cellulare, esistono in ogni caso rischi legati alle conversazioni. Il tempo di reazione può essere più lungo, la velocità più elevata. Allo stesso tempo però, un'altra persona in macchina può riconoscere delle situazioni critiche e sostenere il conducente interrompendo la conversazione.
La chiave: sensibilizzare - La chiave per migliorare la situazione risiede nella sensibilizzazione, sottolinea l'upi, che raccomanda di affrontare l'argomento nel corso dell'istruzione alla guida. Il pericolo derivante dai passeggeri sarà così meno presente per i giovani alla guida.