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ZURIGOBinge eating: il disturbo alimentare avanza in Svizzera

22.07.16 - 08:10
Sempre più persone soffrono di attacchi di fame incontrollabili e di cui poi si vergognano. Una clinica specializzata può aiutarli.
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Binge eating: il disturbo alimentare avanza in Svizzera
Sempre più persone soffrono di attacchi di fame incontrollabili e di cui poi si vergognano. Una clinica specializzata può aiutarli.

ZURIGO - Sono le due di notte e Thomas, 25 anni, sgattaiola in silenzio fuori dalla stanza dove la sua ragazza dorme  profondamente. Ha voglia di uno snack, ma, anziché prendere dal frigo uno yogurt o dell’insalata, saccheggia la dispensa e il congelatore. Seduto davanti al televisore si mette così a trangugiare cinque pacchetti di chips e otto hamburger appena scongelati, il tutto innaffiato da una bottiglia di Coca Cola da 2 litri. Non gli basta, però. Per dessert il 25enne finisce una vaschetta da un chilo di gelato. Perché nessuno lo noti, poi, cancella tutte le tracce della sua abbuffata e torna a dormire.

Thomas soffre di disturbo da alimentazione incontrollata o, in inglese, “binge eating disorder” (Bed). E non è il solo: in Svizzera questo disturbo avanza. Primo istituto del Paese a farlo, la clinica privata di Aadorf (TG) offre a questi pazienti una terapia che prevede il ricovero. «La nostra impressione è che il numero delle persone colpite in Svizzera cresca», spiega il direttore Stephan Trier.

125mila binge eater in Svizzera

Secondo l’Ufficio federale della sanità pubblica, circa il 2,4% delle donne e lo 0,7% degli uomini sono affetti da Bed, ovvero circa 125mila persone. Spesso consumano enormi quantità di cibi ipercalorici in poco tempo e non hanno alcun controllo su tale consumo. A differenza della bulimia, però i binge eater non vomitano dopo gli attacchi di fame. Per questo motivo, gli uomini sono colpiti più spesso dal Bed che dà altri disturbi alimentari: essendo gli attacchi di fame impulsivi, infatti, gli uomini sono più inclini a questo comportamento, sostiene Trier. Mentre la bulimia e l’anoressia colpiscono molti teenager, poi, il Bed interessa più spesso persone di età compresa fra i 20 e i 30 anni.

Il motivo dell’aumento dei casi di questo disturbo è da ricercare, secondo il direttore della clinica, nella disponibilità di cibi ipercalorici a buon mercato e nello stress del lavoro. «Abitudini ordinate come quella di fare tre pasti al giorno cedono così il passo ai fast food», spiega.

La malattia potrebbe essere genetica o avere origine in una cattiva educazione alimentare in tenera età, aggiunge Trier. Anche una bassa autostima o conflitti familiari possono rappresentare una causa.

Letti extra-large per i pazienti

«Le persone colpite cercano di contrastare per mezzo del cibo delle sensazioni negative e riescono anche a rilassarsi per un breve tempo. Dopo, tuttavia, spesso si vergognano dei loro attacchi di fame», spiega il direttore. Queste sensazioni negative ulteriori diventano così il presupposto di nuovi attacchi di fame. «È un circolo vizioso», commenta Trier.

Da maggio, nella clinica di Aadorf ci sono dodici letti extra-large per i pazienti più in sovrappeso. Anche i bagni, poi, sono progettati per loro: «Abbiamo dovuto adattare quetst’area della clinica perché i nostri pazienti pesano fino a 170 chili». Al momento, fra i cinque e i sette letti sono occupati da degenti, che vengono seguiti sia dal punto di vista medico che da quello psicologico.

«Non tutti i binge eater sono grassi»

Nei casi peggiori, i pazienti hanno fino ad otto attacchi di fame al giorno: «Tutta la vita ruota intorno al cibo ─ spiega Trier ─. Assumono fino a 7mila calorie, il fabbisogno di un boscaiolo, ma più del doppio di un adulto medio».  In clinica, i binge eater hanno imparato a tenere un ritmo regolare nel mangiare e a muoversi a sufficienza.

Tuttavia non tutte le persone affette da binge eating sono grasse. «Ce ne sono che, dopo un attacco di fame, tornano a fare la dieta e evitano tanti alimenti che considerano non salutari», commenta Sarah Stidwill, consulente del Gruppo di lavoro per i disturbi alimentari a Zurigo (Aes). Spesso, poi, il rigore con cui questi soggetti si vietano determinati cibi è così forte che hanno ricadute e mangiano in maniera incontrollata i cibi «proibiti».

L’Aes offre consulenze senza impegno per le persone colpite dalla patologia e i loro parenti. «Chi nota che una persona è colpita da attacchi di fame dovrebbe parlare e spiegarle la sua impressione. La disponibilità a lasciarsi aiutare, però, deve nascere dalla persona colpita», conclude Stidwill.

 

 

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