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Lugano's Plan ₿Bitcoin è a impatto zero e salva l’ambiente

02.11.23 - 06:30
È successo al Parco Virunga, in Congo, una struttura tenuta in piedi - senza danni all’ambiente - dal mining di bitcoin, durante la pandemia
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Bitcoin è a impatto zero e salva l’ambiente

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È successo al Parco Virunga, in Congo, una struttura tenuta in piedi - senza danni all’ambiente - dal mining di bitcoin, durante la pandemia

Come spesso scritto in queste pagine, il mining di Bitcoin è il processo di generazione di questa valuta digitale, che consiste nella convalida delle informazioni contenute e crittografate in un blocco della blockchain. Un flusso di operazioni costante, in cui, volta per volta, ogni miner (banalmente, un computer molto potente dedicato a questa attività), che ha concluso con efficacia un complesso calcolo matematico, ottiene una ricompensa per il lavoro svolto, in porzioni di bitcoin, definite sats. 

In sostanza, quindi, la verifica delle informazioni sulle transazioni - e il mantenimento dell'integrità della blockchain, protetta dalla crittografia - sono garantite da questa attività, mentre la ricompensa (in bitcoin, ma non solo) è la forma di incentivo, appunto, per chi contribuisce alla realizzazione, al mantenimento e alla sicurezza del processo. 

In questo quadro, mentre chi si occupa di mining ha provato a trovare soluzioni sempre più performanti e raffinate per compiere queste operazioni, in pochi sembravano essersi focalizzati sulla produzione dell’energia necessaria per alimentare tali attività. Non a caso, fino a oggi, alcune delle controversie legate a Bitcoin riguardano la grande quantità di elettricità richiesta, e dunque l’impatto ambientale collegato, alla manutenzione e all’evoluzione della sua blockchain.

Un dibattito, questo, che è invece centrale tra gli esperti di tecnologie per la decentralizzazione e a cui, non a caso, sono stati dedicati alcuni dei panel più interessanti dell’edizione 2023 del Plan ₿: l’evento che, tra il 20 e il 21 ottobre scorsi, ha attirato a Lugano più di 2.000 persone da oltre 50 paesi di tutto il mondo. Tra questi, meritano certamente una menzione gli interventi di Daniel Batten, fondatore di CH4 Capital, e di Sebastien Gouspillou, CEO di Big Block Green Services.

Quest’ultimo, in particolare, sul palco dell’auditorium del Palazzo dei Congress, ha raccontato, tra le altre cose, la vicenda del Parco Nazionale Virunga, nella Repubblica Democratica del Congo, una location che oggi ospita un centro per il mining di bitcoin, finalizzato al tentativo di proteggere le sue foreste e la fauna selvatica. Un progetto che va nella direzione diametralmente opposta rispetto alla percezione di Bitcoin come fenomeno deleterio per l’ambiente. 

 

Mining sostenibile e a favore dellambiente

La storia dell’evoluzione del parco, di cui Gouspillou è stato tra i protagonisti, ha trovato un punto di svolta nel corso della recente pandemia di Covid-19, quando, a causa delle restrizioni imposte dal virus, le visite dei turisti sono drasticamente calate. Serviva, quindi, individuare una soluzione per evitarne la chiusura. Proprio qui entrano in scena le competenze del francese e di Big Block Green Services: dopo essere venuti a conoscenza delle serissime difficoltà che stavano mettendo a rischio la sopravvivenza stessa del Virunga, hanno proposto al direttore della struttura di monetizzare le risorse naturali - abbondanti e poco o per nulla sfruttate nel parco - per preservare la sua esistenza, puntando sul bitcoin mining. Energia pulita che si trasforma in valuta digitale che permette di mantenere finanziariamente la struttura. 

Detto, fatto: le prime parti del centro di mining sono state poi create all’inizio del 2020 e, nel settembre dello stesso anno, sono stati estratti con successo i primi bitcoin. A distanza di tre anni dalla “messa a terra del progetto”, il parco ha generato entrate significative connesse a questa attività che, in certi periodi del primo triennio, hanno coperto - come riportato anche da CoinTelegraph - i mancati introiti connessi ai flussi turistici declinanti.

Insomma, il centro di mining di bitcoin del Virunga Park è stata una soluzione senza precedenti al problema della preservazione della biodiversità del parco, per la sua capacità di sfruttare energia pulita e contemporaneamente generare reddito. Un processo, come sottolineato, ad alta intensità energetica, ha trovato in questo contesto una soluzione divenuta caso studio e svolta per il settore, sempre più proteso verso l’innovazione a tutela dell’ambiente e delle popolazioni locali, soprattutto nel continente africano.


Questo articolo è stato realizzato da Lugano's Plan ₿, non fa parte del contenuto redazionale.
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