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UNIONE EUROPEABrexit ed Europee: «Si rischia il caos istituzionale»

29.03.19 - 21:22
Le imminenti elezioni condizioneranno e complicheranno la partita che si gioca tra Bruxelles e Londra. E la partecipazione dei britannici al voto potrebbe ingrossare le fila degli euroscettici
Keystone
Nella stanza dei bottoni a Bruxelles serpeggia preoccupazione.
Nella stanza dei bottoni a Bruxelles serpeggia preoccupazione.
Brexit ed Europee: «Si rischia il caos istituzionale»
Le imminenti elezioni condizioneranno e complicheranno la partita che si gioca tra Bruxelles e Londra. E la partecipazione dei britannici al voto potrebbe ingrossare le fila degli euroscettici

BRUXELLES - A Bruxelles e non solo, molti ne sono convinti e preoccupati: l'avvicinarsi delle elezioni europee condizionerà nei prossimi giorni, complicandola ulteriormente, la partita che si giocherà sulla Brexit con Londra e con le altre capitali Ue. Una partita che rischia, secondo gli addetti ai lavori, di essere anche la causa di un caos istituzionale dagli esiti imprevedibili.

Quando mancano ormai solo 55 giorni al voto, il terzo no all'accordo per un'uscita ordinata del Regno Unito dall'Unione rilancia l'ipotesi che i britannici siano chiamati a eleggere i loro rappresentanti nell'Europarlamento. Con conseguenze solo in parte immaginabili.

«Obiettivamente è un problema», commenta uno degli addetti ai lavori che segue da vicino il dossier Brexit. La valutazione delle scelte da fare sarà "inevitabilmente" condizionata dall'imminenza delle elezioni europee e dalla «paura» che la partecipazione dei britannici al voto finisca per ingrossare le fila dei sovranisti e degli euroscettici.

Due gruppi politici che, come segnalano anche i sondaggi e le proiezioni diffuse oggi, grazie al risultato boom previsto per la Lega (primo partito in Italia e secondo in Europa per numero di eletti), potrebbero arrivare a incidere molto di più, anche se non a condizionare, gli assetti e le scelte delle istituzioni europee che dovranno essere rinnovate entro le fine dell'anno.

La posta in gioco sono i 73 seggi finora assegnati ai britannici. Una pattuglia di cui fanno parte ben 40 tra sovranisti ed euroscettici - tra cui il promotore del referendum sulla Brexit, Nigel Farage - che attualmente siedono nel gruppo dei conservatori (Ecr), in quello dell'Europa della libertà e della democrazia diretta (Efdd), dove con l'Ukip c'è anche il Movimento 5 Stelle, e nell'Europa delle nazioni e della libertà (Enf) insieme agli esponenti del carroccio.

I seggi riservati al Regno unito sono stati in parte già ripartiti tra gli altri Paesi. Sono soprattutto quelli assegnati a Francia e Spagna (ben 5 ciascuno) che potrebbero spingere soprattutto Macron - acerrimo nemico di sovranisti ed euroscettici - a opporsi alla partecipazione dei britannici al voto. Ponendo il veto ad un ulteriore rinvio della Brexit che solo all'unanimità può essere accordato dal Consiglio Europeo a Londra.

A non vedere di buon occhio il ritorno dei britannici sui banchi dell'emiciclo, secondo le indiscrezioni raccolte, sono anche i popolari, preoccupati dall'eventuale elezione di laburisti (oggi sono 19 i britannici membri del gruppo S&D), e i liberaldemocratici, che già si erano fatti i conti senza l'oste. Ma ad essere fonte di grande inquietudine a Bruxelles è anche la possibilità, non remota, che una permanenza del Regno Unito nell'Ue per un altro anno o due crei nel Consiglio condizioni che gli addetti ai lavori non esitano a definire "intollerabili". Determinate da chi, dopo aver fatto sempre e puntualmente da guastafeste per oltre 40 anni pur essendo membro a pieno titolo dell'Ue, si potrebbe trovare coinvolto in decisioni strategiche - dalla stesura del bilancio 2021-2027 alla scelta dei vertici delle istituzioni, solo per citare due esempi - avendo un piede dentro e uno fuori dall'Unione.

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COMMENTI
 

LAMIA 5 anni fa su tio
Salvini 1 Macron 0 speriamo nello sfascio di questa corrotta associazione di interesse
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