Due professionisti della comunicazione desiderano liberare Bienne dal traffico e renderla una città verde.
Il progetto «Urban Zéro» ruota attorno a una funivia: così Bienne ritornerà a essere una fiorente città del futuro.
In principio era la funivia. Durante i suoi viaggi di lavoro, Stefan Jermann osserva come le grandi metropoli si trasformano e come le funivie rivestano un ruolo sempre più importante nella gestione dei flussi dei pendolari. L’esperto di comunicazione e pubblicista nutre da sempre un grande interesse per la città del futuro e la trasformazione a essa collegata.
Tutto inizia con la sua amicizia con Reto Bloesch, un professionista di comunicazione ed eventi di Bienne. Ad accomunarli è l’amore per la città di Bienne, nominata «città del futuro» in occasione dell’esposizione nazionale Expo.02 e disdegnata venti anni più tardi come la «patria dei casi sociali». Entrambi desiderano vedere Bienne sotto una nuova luce.
Liberare la città dal traffico
All’inizio è previsto soltanto un articolo sulla piattaforma online Naratek.com, dove espongono le loro idee sulla trasformazione di Bienne. L’obiettivo principale: liberare dal traffico la città cronicamente congestionata.
La protagonista sarà una funivia urbana lunga quasi sette chilometri dal lago al distretto industriale di Bözingen. «Richiede meno energia ed è efficiente», afferma Jermann. E, una volta tolto il traffico, si dischiudono nuove opportunità di convivenza, la città può respirare a pieni polmoni e rifiorire.
Bloesch e Jermann iniziano a lavorare a «Urban Zéro», il nome del progetto. Bloesch ha più contatti e vanta esperienza nella trasformazione: con la serie di eventi «First Friday» ha risvegliato il centro storico di Bienne dal suo letargo e ha contribuito a trasformarlo in un vivace punto d’incontro per gli abitati della città.
Collaborazione di esperte ed esperti
Entrambi riconoscono che l’idea è più di un semplice articolo online. Gli esperti di funivia sviluppano il tracciato. Jermann e Bloesch progettano un parco con passerella sopraelevata per un campo incolto direttamente sul lago. È prevista anche una ferrovia sopraelevata sopra al lago.
Dalla cooperazione di architetti, di un art manager, della direttrice delle aziende del trasporto di Bienne e altri nasce un white paper. Dalla «Green City» originaria, progettano una «Smart City» per collegare le persone e una «Social City» per uno spazio abitativo e un’integrazione accessibili.
La funivia ha l’obiettivo di funzionare sia come mezzo di trasporto per la popolazione, che come una calamita per i turisti. Jermann e Bloesch ripensano Bienne: la città non deve essere piena di vita ed ecologica solo sulla carta, bensì anche nella realtà.
Interesse da parte dell’industria dell’orologeria
Pura utopia? Non stando alle prime reazioni a «Urban Zéro». Ad esempio, l’industria dell’orologeria, che a Bienne offre migliaia di posti di lavoro, ha mostrato interesse per la funivia. Persino il sindaco di Bienne ha giudicato il progetto interessante.
«Urban Zéro funge soprattutto da base di discussione», afferma Jermann. Con un proprio sito web, il prossimo passo è compiuto. La prossima fase prevede la nascita di un comitato di consulenti e uno studio di fattibilità. «Desideriamo riunire la politica e l’economia», conclude Jermann. Sempre con un obiettivo in mente, ovvero che Bienne torni a essere una città del futuro.