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Alghe al posto della plasticaDa allieva delle medie a CEO con budget milionario

05.04.24 - 11:00
Fonte: messa a disposizione / Noriware
Con la sua start-up Noriware, la venticinquenne Jessica Farda mira a sostituire 200 tonnellate di plastica con un materiale a base di alghe entro il 2028.
Con la sua start-up Noriware, la venticinquenne Jessica Farda mira a sostituire 200 tonnellate di plastica con un materiale a base di alghe entro il 2028.
Da allieva delle medie a CEO con budget milionario
La Svizzera è campionessa europea nel consumo di plastica pro capite. Con la sua start-up Noriware, Jessica Farda ha già convinto milioni di investitori: Noriware mira a sostituire la plastica con un materiale a base di alghe.

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Questi sondaggi non hanno, ovviamente, un valore statistico. Si tratta di rilevazioni aperte a tutti, non basate su un campione elaborato scientificamente. Hanno quindi l'unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione sui temi di attualità.

IN BREVE

    • La svizzera Jessica Farda ha fondato la start-up Noriware che mira a sostituire la plastica con un materiale a base di alghe. Noriware ha già attirato investimenti che ammontano a diversi milioni di franchi.
    • La start-up di Farda prende due piccioni con una fava: il materiale a base di alghe immagazzina CO2 e sostituisce la plastica dannosa per l’ambiente.
    • Secondo il WWF, ogni anno l’umanità getta nella spazzatura circa 200 milioni di tonnellate di plastica. La Svizzera è campionessa europea nel consumo di plastica pro capite.
    • La venticinquenne Farda spiega: «Se ce l’ho fatta io a creare un’impresa con le mie note delle scuole medie, allora possono farlo anche altri.»


Messico, primavera 2021: sulle spiagge della penisola dello Yucatán tra le due mete turistiche Cancún e Tulum l’aria è satura dell’odore di zolfo. Le spiagge bianche di solito paradisiache sono coperte di alghe marroni. Molti temono che il turismo, che costituisce quasi il 90 per cento dell’economia della penisola, sia in pericolo. L’allora ventiduenne svizzera Jessica Farda ha ben altro per la testa. Nelle alghe brune vede un immenso potenziale.

«Non avevo mai visto così tante alghe in un solo posto», spiega Farda a 20 minuti. «Mi sono chiesta: qual è la funzione delle alghe?» Ha iniziato a informarsi su integratori alimentari, cosmetici e anche sul loro valore per l’ambiente. Gli scienziati descrivono le alghe come «un secondo polmone verde» dopo la foresta pluviale. La differenza tra le due? Le alghe crescono molto più velocemente.


Alghe al posto della plastica: due piccioni con una fava

«Sono rimasta affascinata dall’enorme varietà delle alghe e dalla loro velocità di crescita», spiega Farda. «Volevo quindi creare un prodotto che aumentasse la domanda di alghe visto che ne esiste un’enorme quantità nei mari.» Poco dopo ha scoperto una possibilità per prendere due piccioni con una fava: un materiale plastico a base di alghe. Questo nuovo prodotto immagazzina CO2 e rimpiazza la plastica dannosa per l’ambiente.

Secondo il WWF, ogni anno l’umanità getta nella spazzatura circa 200 milioni di tonnellate di plastica. Inoltre, l’associazione ambientale ritiene che entro il 2040 la produzione di plastica potrebbe raddoppiare. Secondo Oceancare, in Svizzera ogni anno viene consumato un milione di tonnellate di plastica. Questo corrisponde a 127 chilogrammi pro capite, ossia il più elevato consumo di plastica pro capite a livello europeo.

Per Farda è chiaro: c’è un motivo per cui consumiamo così tanta plastica. Non è la domanda di plastica da parte dei consumatori bensì il fatto che l’industria sia riuscita a rendere i consumatori dipendenti dalla plastica. «Dietro ci sono gli enormi utili della lobby del petrolio e della plastica.»


Una start-up di successo

Dopo le vacanze in Messico, l’oggi venticinquenne ne ha fatta di strada: con Noriware non ha solo co-fondato un’impresa ma ha anche attirato milioni di franchi di investimenti. L’impresa, che conta otto collaboratori e ha la sua sede a Lupfig nel Canton Argovia, è ora a un passo dal rimpiazzare la plastica con il suo materiale a base di alghe per i primi clienti.

Com’è riuscita a procedere così rapidamente? «Sono sempre stata ingenua e testarda», spiega Farda. «Ero abbastanza ingenua da credere di poter continuare a studiare nonostante le mie note alle scuole medie e abbastanza testarda da farcela.» Parallelamente alla creazione della sua impresa, ha terminato con successo anche il suo corso di studi in relazioni internazionali all’Università di San Gallo (HSG) partendo proprio da quelle stesse note che in molti dicevano non sarebbero state sufficienti nemmeno per concludere il liceo.


Rimpiazzare 200 tonnellate di plastica

Nonostante la rapida crescita, non è sempre andato tutto liscio. Più e più volte la sua idea di sostituire la plastica con un materiale a base di alghe si è scontrata con innumerevoli «no» da parte di investitori, partner, clienti e potenziali collaboratori. Guardandosi indietro spiega: «i no hanno fatto male ma in fin dei conti ho sempre creduto nel mio progetto e ho fatto di tutto per portarlo avanti.» E l’obiettivo è chiaro: «entro il 2028 vogliamo rimpiazzare 200 tonnellate di plastica.»



Oltre a Noriware, esistono numerose altre imprese che perseguono obiettivi simili. La start-up londinese Notpla sostituisce la plastica con alternative commestibili a base di alghe. Progetti simili vengono sviluppati anche all’Università di Bremerhaven. E in Olanda la start-up Avantium mira a sostituire la plastica con lo zucchero. La svizzera Farda non vede queste iniziative come concorrenza bensì come compagne di ventura sul mercato. «Ci sostengono lungo la strada e sono felice che ci siano.»


«Nessuno è perfetto»

Per Farda, che ormai si occupa ogni giorno di rendere il mondo più sostenibile, la sostenibilità non è sempre stata al primo posto. «Sono cresciuta in modo tipicamente svizzero», spiega, «bevendo latte, mangiando carne, guidando un’auto e viaggiando in aereo per andare in vacanza.» Solo all’università ha iniziato a conoscere l’economia circolare e a impegnarsi a fondo per promuoverla. E da quando lavora ogni giorno per la sostenibilità nella sua impresa, ha cambiato drasticamente anche il suo comportamento. «Nessuno è perfetto», spiega oggi. «Ma oggi devo prendere molto più in considerazione la sostenibilità nella mia vita se voglio essere presa sul serio.»

Cosa porterà il futuro a Noriware e a Farda? Non lo sa per certo nemmeno la venticinquenne ma spera vivamente che altri in Svizzera seguano il suo esempio: «se ce l’ho fatta io a creare un’impresa con le mie note delle scuole medie, allora possono farlo anche altri.»

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