Un’iniziativa parlamentare chiede di introdurre un prelievo sui salari lordi per tutti i lavoratori con permesso G, creando inoltre un fondo perequativo a favore del lavoro
BELLINZONA - Il salario lordo minimo uguale per tutti costituisce una «una misura discriminatoria per i lavoratori residenti rispetto ai colleghi residenti in Italia». A sottolinearlo è il gruppo parlamentare della Lega dei Ticinesi, che ha presentato un’iniziativa parlamentare che chiede l’introduzione di un prelievo dell’1% sui salari lordi dei lavoratori frontalieri, «pagato in modo paritetico con i datori di lavoro».
«La vera parità dovrebbe concretizzarsi sulla base del salario netto disponibile», sostiene la Lega che propone inoltre la creazione di un «fondo perequativo» a favore del lavoro destinato a raccogliere le quote prelevate, da destinare «in particolare a programmi di inserimento professionale dedicati ai giovani residenti ed al reinserimento professionale dei disoccupati over 50, oppure come possibili incentivi alle aziende che assumono prevalentemente personale residente».