La proposta (a scopo benefico) arriva dal deputato Matteo Pronzini
BELLINZONA - Ha accusato più volte il governo di essere «sordo» alle sue interpellanze (specie in materia di rimborsi). Adesso, Matteo Pronzini propone che il Parlamento vada a lezione di lingua dei segni.
La proposta è stata avanzata oggi dal deputato Mps in una lettera alla presidente del Gran Consiglio, Kandemir Bordoli Pelin. Lo scopo - questa volta - non è polemico ma benefico. L'idea arriva da Berna, dove durante la sessione invernale il ristorante-caffetteria del parlamento federale è stato gestito, per un giorno, da persone non-udenti. L'iniziativa, promossa dalla Federazione svizzera dei sordi, potrebbe essere replicata in Ticino secondo Pronzini.
Lo scopo: «Favorire un incontro tra persone sorde e udenti». Due volontari esperti di lingua dei segni, il docente Pietro Celo e l'ex parlamentare Gerry Beretta Piccoli, sarebbero «disponibili» a organizzare un evento analogo a Palazzo delle Orsoline durante la sessione di gennaio, scrive Pronzini. «Già in altre occasioni gli spazi del Gran Consiglio sono stati messi a disposizione per eventi simili. Siamo di conseguenza fiduciosi che questa nostra richiesta venga da lei accolta favorevolmente».