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Il direttore di Ticino Turismo risponde alle polemiche dopo le dimissioni. «Situazione trasparente, non si torna indietro»
BELLINZONA - Un inizio "di fuoco" per la campagna elettorale di Elia Frapolli. Il candidato Ppd si è dimesso settimana scorsa dalla direzione di Ticino Turismo, per correre alle elezioni del prossimo aprile senza «conflitti d'interesse». Oggi però il Mattino della Domenica ha dedicato comunque al 37enne un affondo polemico.
L'accusa - «Elia Frapolli pagato fino a giugno per fare il candidato?». Secondo il foglio leghista, il candidato Ppd «continuerà a percepire lo stipendio fino al 31 maggio» con una sorta di «buonuscita». Inoltre, sempre secondo il domenicale, il direttore percepirebbe uno stipendio «paragonabile a quello di un Consigliere di Stato».
La replica - Una serie di «falsità», ha replicato Frapolli oggi su Facebook. Da noi contattato, il 37enne precisa che il suo salario «non è neppure lontanamente vicino a quello di un Consigliere di stato». Alla domanda su quale sia la cifra esatta, risponde di non avere «nessun problema a renderla pubblica» ma che «ci vorrebbe l'autorizzazione del consiglio d'amministrazione» di Ticino Turismo.
«Disdetta normale» - Quanto al periodo di sei mesi, aggiunge, «si tratta di un normale periodo di disdetta previsto di frequente dai contratti per dirigenti» e «non è assolutamente una buonuscita». Durante la campagna, il direttore uscente affiancherà il subentrante «in una fase di accompagnamento in cui le mie mansioni saranno decise dal datore di lavoro». E se la campagna dovesse andare male? «Indietro non si torna» assicura Frapolli. «Ormai le dimissioni le ho date».
