Lo chiede Lorenzo Quadri in una mozione rivolta Consiglio federale
BERNA - «Il dossier - sottolinea il consigliere nazionale leghista - era già arenato prima delle elezioni italiane; adesso può essere considerato definitivamente defunto. Ciò in particolare a seguito dell’avanzata di forze politiche particolarmente attente agli interessi dei frontalieri i quali, in base al nuovo accordo, si sarebbero trovati confrontati con un aumento della pressione fiscale. I risultati delle elezioni politiche italiane lasciano inoltre presagire un lungo periodo di incertezza nella vicina Penisola: i nuovi accordi sulla fiscalità dei frontalieri saranno, per Roma, l’ultima delle preoccupazioni - e delle occupazioni. E questo per molto tempo».
Il nuovo governatore della Lombardia ha dichiarato che l’accordo finora discusso è insoddisfacente e quindi da rifare. «Ciò significa che siamo tornati ai piedi della scala - aggiunge Quadri -. Il potere decisionale è di Roma, ma certamente la posizione della Lombardia ha un peso notevole».
Il consigliere nazionale aggiunge: «È vero che l’accordo in vigore è parte della Convenzione di doppia imposizione e che la denuncia dell’uno potrebbe portare alla decadenza dell’altra. Tuttavia la Convenzione potrebbe se del caso essere rinegoziata. Non è più sostenibile che il Ticino continui a pagare, con i ristorni, il prezzo di quello che era un beneficio generale per tutta la Confederazione. Un beneficio che però non esiste più da tempo. Poiché una soluzione equa non è destinata a vedere la luce per anni, non c’è motivo di mantenere in vigore l’accordo attuale, ingiustamente penalizzante per il Ticino».
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