I Verdi con un'interpellanza di Claudia Crivelli Barella chiedono lumi al Governo in merito alla situazione idrica nella Regione: «L'acquedotto a lago è già superato»
MENDRISIO - La gestione degli acquedotti del Mendrisiotto e la costruzione di un "acquedotto a lago" sono temi sensibili per i Verdi. Tramite un'interpellanza la rappresentante del Gruppo Claudia Crivelli Barella chiede lumi al Governo sulla situazione idrica della Regione, basandosi su recenti articoli di giornale che trattano la tematica dell'Acquedotto regionale del Mendrisiotto.
Secondo i Verdi la scelta di costruire un acquedotto a lago voluta dal Cantone e dai Comuni prevista dal PCAI-Mendrisiotto è infatti « frutto di una visione sorpassata della gestione delle acque, sotto più punti di vista».
«I Comuni coinvolti dal PCAI (Mendrisio in primis) - continua l'interpellanza di Crivelli Barella - per anni se non decenni non si sono preoccupati di combattere gli sprechi (perdite nelle tubature, utilizzo inappropriato da parte di industrie e privati cittadini, etc.)».
I Verdi sottolineano una certa incoerenza nella politica di alcuni Comuni. «Leggendo i vari messaggi governativi e rapporti commissionali si constata l’evoluzione del progetto che è sfociato nel PCAI. Ma analizzando le scelte politiche avvenute nel medesimo periodo (limitiamoci a circa un ventennio) si constata che i vari Comuni hanno continuato a pianificare il territorio e a rilasciare licenze edilizie in contrasto con la protezione di pozzi di captazione (un esempio tra i molti è il Pozzo Polenta) e non hanno adottato le revisioni delle zone di protezione necessarie optando a favore dello “sviluppo” economico (come per esempio le due revisioni riguardanti il Pozzo Polenta del 1991 e del 2005)».
Il gruppo ecologista non esita a definire «scellerate» alcune scelte pianificatorie degli enti locali. Scelte che hanno creato la situazione attuale. « Il PCAI-Mendrisiotto prevede la dismissione di alcune fonti ritenute oggi non più sicure proprio a causa di queste scelte sconsiderate, contrarie all’interesse generale di tutelare un bene vitale quale l’acqua. Attorno alla dismissione di queste fonti e alla conseguente eliminazione delle zone di protezione già si muovono politici e operatori economici che vorrebbero trasformare queste aree non più protette in zone edificabili (Pozzo Polenta in primis)».
«In questo contesto - termina il testo dell'interpellanza proposta da Crivelli Barella - gli articoli di giornale sopra citati hanno dato la notizia della lettera inviata dalla SPAAS ai Comuni consorziati che sembrerebbe favorire l’accelerazione della costruzione dell’acquedotto a lago poiché in caso di incidente e conseguente dismissione di pozzi la messa in rete degli acquedotti esistenti non sarebbe sufficiente».
I Verdi, poi, prima di porre delle domande specifiche al Governo, propongono un esempio lungimirante sulle misure da seguire nella gestione della "risorsa acqua": quello di Gordola. «Invece di abbandonare sorgenti le si è risanate, non si è costruito un pozzo di captazione dai costi plurimilionari, si sono operate riparazioni della rete di distribuzione, si è migliorata l’informazione,…tanto da avere minori consumi di acqua rispetto al passato con un incremento di abitanti. Il tutto grazie al capodicastero (nonchè nostro collega in Parlamento) ing. Bruno Storni che ha permesso di ottenere al Comune di Gordola anche premi e riconoscimenti federali e internazionali. Un esempio virtuoso che dovrebbe essere preso come modello da tutti i Comuni e dal Cantone».
Di seguito le domande, nel dettaglio, poste al Consiglio di Stato dal Gruppo dei Verdi.