L’ex presidente del PLR sostiene che se il successore di Didier Burkhalter non sarà ticinese bisognerà attendere ancora almeno 20 anni prima che l’occasione si ripresenti
BERNA - L’agenda politica estiva piazza la successione di Didier Burkhalter in Consiglio federale fra i primi posti. Chi si siederà sulla poltrona ora occupata dal neocastellano? Il PLR, durante una conferenza stampa svoltasi giovedì scorso è stato chiaro: sarà un latino, o un romando, o un ticinese. Il “Blick” ha quindi deciso di interpellare l’ex presidente del partito e ex consigliere nazionale ticinese Fulvio Pelli, che parla subito di chance unica per il Ticino.
«Non credo che nel futuro prossimo gli altri partiti presenteranno un candidato ticinese al Consiglio federale. Se non ne verrà eletto uno questa volta, bisognerà attendere 10-20 anni», sostiene Fulvio Pelli. «La situazione per la nomina di un ticinese è particolarmente propizia anche perché attualmente ci sono già tre consiglieri federali romandi».
Nessuna preferenza - Fulvio Pelli si rifiuta tuttavia di indicare il suo candidato preferito fra Ignazio Cassis (consigliere nazionale), Christian Vitta (consigliere di Stato) e Laura Sadis (ex consigliera di Stato). «A prima vista Cassis ha le migliori chances, ma bisognerà vedere chi piacerà di più al PLR ticinese e alla delegazione ticinese a Berna. È il partito cantonale che deciderà chi sostenere».
«Da Cotti si beveva il miglior caffè di Berna» - Fatta eccezione per Nello Celio (PLR), tutti i consiglieri federali ticinesi sono stati fin qui eletti nelle fila PDC (PPD a livello cantonale). «Il PS e il PLR sono forti in tutto il Paese, specie in Romandia, contrariamente al PDC. Per questa ragione il Ticino ha potuto ottenere più facilmente il 2° seggio PDC in Consiglio federale - spiega Fulvio Pelli -. Oggi la situazione è cambiata, il PDC ha solamente un seggio in Governo ed è praticamente impossibile per il partito eleggere un ticinese».
L’ex consigliere nazionale parla poi del suo passato alle Camere e del fatto che aveva cominciato la propria carriera a Berna nel 1995, anno in cui in Consiglio federale c’era ancora Flavio Cotti (l’ultimo ministro ticinese a Berna). Pelli si ricorda che Cotti era molto disponibile e aveva l’abitudine di invitare le persone nel proprio ufficio: «Grazie alla sua segretaria ticinese, si beveva il il miglior caffè di tutta Berna».
Agevolare i rapporti con l’Italia - Ma cos’è che un ticinese può apportare al Governo svizzero? Fulvio Pelli non ha dubbi: «A Berna manca la capacità di trattare con gli italiani. I germanofoni negoziano con loro in inglese e li conoscono poco ed è anche per questa ragione che praticamente tutti i contratti con Roma sono bloccati».
Per l’ex presidente PLR avere un rappresentante ticinese in Consiglio federale è dunque indispensabile. «Il Ticino è la terza regione svizzera. Il nostro Paese ha quattro lingue ed etnie ed è proprio l’unione di queste che fa la nostra forza. Francofoni e italofoni devono perciò essere sempre rappresentati».