Un ricorso congiunto è stato inoltrato al Tribunale amministrativo cantonale: «È inaccettabile che le autorità tentino di sottrarsi all’obbligo di rispettare le leggi»
MENDRISIO - 141 cittadini del Mendrisiotto e del Luganese, spalleggiati da due associazioni cantonali e tre sezioni locali di partiti, hanno inoltrato al Tribunale amministrativo cantonale un ricorso congiunto contro il Rally Ticino 2017.
«Il Consiglio di Stato - indica il comunicato stampa - ha violato chiare disposizioni del piano cantonale di risanamento dell’aria che escludono lo svolgimento del rally. Il Piano di risanamento dell’aria (PRA) è uno strumento vincolante per le autorità cantonali e comunali che vuole mitigare l’inquinamento eccessivo dell’aria: esso statuisce letteralmente che nel Mendrisiotto e negli agglomerati qualsiasi manifestazione motoristica è vietata dopo il 15 giugno. Questa disposizione vuole in particolare contenere le concentrazioni di ozono nell’aria che col caldo e il bel tempo salgono alle stelle e che traggono la loro origine dalle emissioni industriali, domestiche e dal traffico».
I ricorrenti contestano al Consiglio di Stato di aver ignorato questi vincoli e di «minimizzare il rischio di danni alla salute della popolazione» autorizzando il rally «in un periodo in cui l’inquinamento atmosferico è solitamente altissimo» e ciò malgrado il preavviso negativo della Sezione per la protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo.
I ricorrenti criticano in particolare la modalità del Rally che «moltiplica a dismisura il traffico, il rumore e gli intralci connessi ai numerosi spostamenti degli equipaggi e del pubblico al loro seguito tra una prova speciale e l’altra».
I ricorrenti ritengono inoltre che il Rally sia «diseducativo» perché «esalta gli aspetti più insostenibili della mobilità motorizzata premiando il rischio e l’alta velocità».
La Sezione della circolazione ha predisposto che la manifestazione possa svolgersi anche in caso di ricorsi contrari. I ricorrenti chiedono ora al Tribunale amministrativo cantonale di revocare questa disposizione «scandalosa» che «nega alle persone toccate la possibilità, garantita dal nostro ordinamento statale, di difendere i propri interessi».
«È inaccettabile - concludono i ricorrenti - che in tal modo le autorità tentino di sottrarsi all’obbligo di rispettare esse stesse le leggi e le proprie disposizioni emanate a tutela della salute pubblica».
Il primo firmatario tra i 141 cittadini ricorrenti è Giorgio Noseda di Morbio Inferiore; al ricorso aderiscono inoltre i Cittadini per il territorio del Mendrisiotto, l’Associazione Traffico e Ambiente della Svizzera italiana, Pro Natura Ticino e le sezioni locali de I Verdi del Mendrisiotto e di Lugano come pure del Partito socialista Mendrisiotto.