C'è chi la vede come meno impegnativa di altre, ma è davvero così? Stress, incombenze, ragazzi sempre più difficili da gestire: e due insegnanti su tre non reggono più il tempo pieno
LUGANO - C'è chi lo considera il lavoro più bello del mondo, fiero di lasciare qualcosa di sé ai suoi ragazzi. Di plasmarli a propria immagine, di trasferire loro non solo conoscenza, ma passione e valori. La scuola è cominciata da due settimane, gli insegnanti sono al lavoro anche da prima e ne avranno fino a giugno. Davvero tutto sarà così bello come sembra?
I tempi cambiano, i giovani pure, i genitori soprattutto e le preoccupazioni per la salute dello staff scolastico si accentuano di anno in anno e non a torto, a giudicare dalle cifre. Anche quest'anno i sindacati hanno lanciato l'allarme: troppe incombenze, stress. In Svizzera tedesca il 70% dei docenti ha scelto il part-time perché altrimenti non ce la fa, e in un terzo dei casi per motivi di salute; negli ultimi cinque anni, il 37% ha ridotto la percentuale di impiego e il 60% giura che, dal 2012 a oggi, le condizioni di lavoro si sono deteriorate.
Dunque? Ecco il vademecum per una scuola migliore, che altro non è in fondo se non la porta d'accesso al mondo professionale e dunque merita personale all'altezza. Una guida è stata realizzata per dimostrare i motivi per cui «gli insegnanti in buona salute sono un requisito per le scuole di qualità», in distribuzione presso gli istituti elvetici. Ogni anno, la Suva registra 460'000 casi fra infortunio e malattie professionali. Una volta, i professori erano una parte risibile. Pare che, ultimamente, stiano diventando sempre più numerosi.