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CANTONE«Disturbato, feroce e razzista. Il padre amorevole è diventato un orco»

26.02.24 - 17:02
Chiesti due anni e mezzo di detenzione, di cui un anno e mezzo sospeso, per il 65enne che avrebbe abusato sessualmente della sua figliastra.
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«Disturbato, feroce e razzista. Il padre amorevole è diventato un orco»
Chiesti due anni e mezzo di detenzione, di cui un anno e mezzo sospeso, per il 65enne che avrebbe abusato sessualmente della sua figliastra.

LUGANO - Due anni e mezzo di detenzione, di cui un anno e mezzo sospeso con la condizionale per cinque anni, più un trattamento stazionario. È questa la pena chiesta dalla pubblica accusa per il 65enne del Locarnese che avrebbe abusato sessualmente della sua figliastra, quando aveva tra i 13 e i 15 anni, oltre che di un'altra minore.

La difesa, dal canto suo, ha chiesto 11 mesi interamente sospesi con la condizionale, il che comporterebbe l'immediata scarcerazione dell'uomo. La sentenza è attesa per mercoledì alle 13.

L'imputato «non riusciva proprio a tenere le mani al suo posto. È un guardone e uno sporcaccione», ha esordito la procuratrice pubblica Pamela Pedretti. «E con non poca vergogna la vittima principale, sua figliastra, ha raccontato di quando lui l'ha toccata sotto il costume e ha tentato di masturbarla con le dita». La pubblica accusa ha poi spiegato le ragioni del prolungato silenzio della giovanissima, nata e cresciuta in Africa insieme alla madre. «Non ha mai detto nulla a sua mamma perché non voleva ferirla e temeva di rovinare la loro nuova vita in Svizzera. Solo con la polizia, infatti, ha avuto il coraggio di aprirsi».

Il diario degli orrori - Ma la figliastra non è l'unica minore ad aver subito abusi da parte dell'uomo, e Pedretti ha citato quanto dichiarato dalla seconda vittima. «"Per anni ho lasciato quanto successo nel dimenticatoio. Lui mi diceva che, se avessi fatto sesso con lui, lui sarebbe stato bravo e non mi avrebbe fatto male". E, il giorno successivo ai toccamenti: «"Mi ha detto che si era eccitato così tanto che non era riuscito a dormire. E che era una cosa che doveva restare tra me e lui"». Che l'episodio del massaggio sfociato in abuso sia realmente accaduto «lo dimostrano inoltre le confidenze fatte dalla ragazzina nel suo diario, dove ha descritto l'accaduto ed espresso il terrore da lei provato», ha evidenziato la procuratrice.

«Cerca di farsi passare per un innocente» - Per la pubblica accusa l'uomo, negando tutto, sta insomma mettendo in atto una vera e propria strategia. «Il perito psichiatrico aveva predetto che durante il dibattimento avrebbe cercato di farsi passare per un buono e come una vittima innocente perseguitata da un mondo cattivo». Il 65enne «ha però mostrato totale egoismo e assenza di sensibilità nei confronti delle sue vittime. Non c'è mai stata traccia di pentimento per le azioni da lui commesse».

«Comportamenti viscidi e molesti» - A rincarare la dose è stato poi l'avvocato Carlo Borradori, rappresentante della figliastra dell'uomo. «Siamo di fronte a un uomo disturbato e, l'ha rilevato il perito psichiatrico, con un altissimo rischio di recidiva. Il padre amorevole è diventato un orco e questa ragazzina non ne poteva più di quei comportamenti viscidi e molesti». L'imputato, ha proseguito, «pensa che, siccome la moglie e la figlia sono economicamente dipendenti da lui, può e poteva permettersi di fare quello che vuole». Borradori ha poi invitato la Corte a non farsi influenzare dall'atteggiamento mostrato in aula dal 65enne: «Non è un simpatico buontempone un po' ingenuo e indisciplinato. È un uomo che sa essere feroce, aggressivo e prevaricatore, e che ha dimostrato un vero e proprio razzismo culturale».

«"Tornate al vostro paese"» - A darci una fotografia impietosa di chi davvero sia l'imputato, secondo l'accusa, è il rapporto stilato della polizia di Locarno, intervenuta a casa del 65enne durante una lite domestica. «L'ira dell'uomo», ha riportato l'agente, «si scaricava sulla figlia adottiva, che veniva additata come "africana di m***a", "sanguisuga", "approfittatrice", "drogata", e, verso mamma e figlia, "voi siete dei b******i n***i e dovete tornare nel vostro paese"».

La ragazza è quindi stata definita «credibilissima»: «Che interesse avrebbe avuto a raccontare il falso? Con la sua denuncia ha tolto sé stessa, la madre e il fratellino da una situazione finanziaria favorevole. E questo le ha costrette a rifugiarsi in una casa protetta».

«Versioni contrastanti» - La parola è infine passata alla difesa, che ha chiesto che l'uomo venga condannato a 11 mesi interamente sospesi per due anni, più un trattamento ambulatoriale. «L'imputato, lo abbiamo visto, è un tipo un po' stravagante. Da 30 anni è affetto da una sofferenza psichiatrica, nello specifico da un disturbo paranoide, e dal 1996 percepisce l'invalidità al 100%», così l'avvocato Stefano Stillitano. Durante la sua vita il 65enne «è però sempre stato a contatto con bambini e ragazzi, dedicandosi al volontariato», ha evidenziato.

Stillitano ha poi esaminato le dichiarazioni della vittima principale, chiedendo il proscioglimento dell'uomo dal reato di coazione sessuale, dalla violazione del dovere d'assistenza o educazione e dalla discriminazione razziale. «La minore ha raccontato l'episodio accaduto in Italia dando tre versioni diverse. In prima battuta ha parlato solo di un toccamento, poi di un toccamento di seno e una sculacciata e infine di toccamenti vari più di mani infilate nei jeans. Di fronte a un cambiamento di versione così importante dovremmo dunque interrogarci rispetto alla sua credibilità».

«Nessuna diagnosi di pedofilia» - L'avvocato ha poi sottolineato come gran parte degli episodi non possano essere provati, e come sia «strano» che diversi di questi si siano verificati in luoghi pubblici. La difesa, infine, «non condivide quanto rilevato dal perito psichiatrico»: «Questo signore non è un abile calcolatore e uno stratega, e la mancanza di una diagnosi di pedofilia equivale a un'assenza di rischio di recidiva».

«Io non ho mai fatto le cose delle quali mi hanno accusato. Piuttosto mi taglio le mani», ha dichiarato infine il 65enne al termine del dibattimento.

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